“Il ministro dell’Economia risponderà fornendo i doverosi chiarimenti. Non siamo preoccupati, è una interlocuzione doverosa con Bruxelles alla quale non ci sottrarremo“. A margine dell’assemblea annuale di Confersercenti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte manifesta tranquillità rispetto alle preoccupazioni espresse della Commissione sugli effetti della manovra debito pubblico italiano.
In un passaggio precedente del suo intervento sul palco, è sembrato rivolgersi direttamente alle istituzioni comunitarie, quando ha rivendicato che “l’Italia non è più un fattore di rischio per l’economia mondiale e che la riduzione dello spread, che si è realizzata nella seconda parte del 2019, ci permetterà di risparmiare fino a 18 miliardi di euro di spesa per interessi nel prossimo triennio, pari a circa 630 euro in media per ogni contribuente. La traiettoria discendente dei rendimenti sui nostri titoli di Stato – ha sottolineato – ci consentirà dunque di avviare un serio percorso di riduzione del rapporto fra debito pubblico e Pil“.
“Non ho subito nessun ricatto e non ho fatto nessun passo indietro. Abbiamo invece fatto due passi avanti”. Il premier Giuseppe Conte ha voluto così rispondere ai commenti sulle ultime novità riguardanti le misure sull’utilizzo del pos e del contante. “Ho sempre dichiarato che stiamo parlando di un piano di modernizzazione del paese di riduzione della burocrazia e stiamo cercando attraverso incentivi attraverso l’utilizzo della moneta elettronica di avviare un percorso virtuoso con tutti i cittadini“.
L’incontro con Luigi Di Maio: “Ci siamo incontrati, è stato un momento per confrontarci sugli sviluppi degli ultimi giorni. Lui era stato a Washington, non ci incontravamo da un po’ di tempo, è stata un’occasione per fare un confronto su tutte le questioni. Tra me e lui non ci sono stati toni particolari“.
Conte ha però affermato alcune divergenze: “Il confronto di ieri mi ha rassicurato perché seppure ci possano essere alcune varietà di accenti, lievi differenti sensibilità, c’è unità di intenti. Alla fine l’importante è la sintesi, non sono importanti le singole dichiarazioni. Importanti sono le posizioni che maturano complessivamente e quindi la sintesi politica. Su questo c’è unitarietà di posizioni e quindi saremo tutti determinati a realizzare questo piano e quindi i contenuti della manovra e del decreto fiscale“.
Sulla Flat Tax il premier è stato prudente: “Noi vogliamo confermare quel regime fiscale di favore perché stiamo parlando di un’aliquota al 15% per tutto il popolo delle piccole partite Iva e dei giovani e liberi professionisti. Per fare questo stiamo verificando, stiamo valutando le proposte del Mef. Vogliamo evitare che si aggravi la posizione di questi contribuenti. La proposta di detassare gli incrementi retributivi è allo studio. È una misura che ha un costo economico. Nel momento in cui libereremo risorse e’ una manovra che potremo considerare come utile anch’essa per favorire la crescita della domanda interna“.
Spadafora da Omnibus ha commentato le dichiarazioni di Conte: “Il fatto che il presidente del Consiglio abbia preso dimestichezza con il suo ruolo è un bene per tutti perché ha dimostrato di non essere lì solo perché indicato dal M5s, anzi anche a dire dei nostri detrattori ha dimostrato di essere padrone della materia. Ma il consenso che oggi ha, molto alto, gli viene dal fatto di aver mantenuto un certo equilibrio, una certa equidistanza dalle forze politiche“.
“Il leader sono i nostri attivisti e i nostri programmi – ha spiegato l’esponente pentastellato – ma il capo politico è Luigi Di Maio e su questo non c’è nessuna discussione. Credo che se Conte decidesse o ambisse a svolgere anche una funzione di leader del M5s sbaglierebbe per due motivi. Intanto perché sono due cose completamente diverse e le persone non capirebbero questo passaggio; poi creerebbe grande confusione nella compagine di governo, mettendo a rischio questo governo”.
Spadafora ha assicurato che Conte “fa bene il suo ruolo, ma lui stesso ha detto che non è interessato a proseguire la sua carriera politica. Non ce lo vedo neanche, per come lo conosco: lo trovo un ottimo presidente del Consiglio, un bravo amministratore del governo, ma non lo vedo come leader politico scendere nelle piazze e mettersi a fare campagna”.
Eppure ha consenso. “È un consenso che nasce dall’essere equidistante – spiega Spadafora – fuori dall’agone politico, ci sono le forze politiche che prima di arrivare al Consiglio dei ministri risolvono una serie di temi al presidente, perché il presidente essendo terzo ha una vita un po’ più facile rispetto ai leader politici”