Conte si smarca dall’implosione del M5S: “mai votato per loro”

(di Massimiliano D’Elia) Giuseppe #Conte nella tanto attesa diretta da Palazzo Chigi  ha parlato agli italiani, anzi no, solo ai due vice premier. Un modo insolito per mandare messaggi ai due leader di maggioranza.

Di solito lo si fa in una riunione a porte chiuse, oppure si discute della situazione in Aula di fronte ai parlamentari che rappresentano coralmente tutte le anime degli italiani.

Invece, il presidente del Consiglio Conte preferisce utilizzare il metodo “indiretto” e annuncia la conferenza stampa delle 18.15, via social. Gli stessi social che ha poi criticato riferendosi al modo di comunicare dei due vice premier.

Durante i quasi venti minuti di intervento ha minacciato le sue dimissioni se non arriveranno segnali chiari da Lega e M5S. Ha invocato  “Una chiara assunzione di responsabilità e comportamenti conseguenti”.

Matteo Salvini da Cremona ha intonato: “La Lega c’è”.  Allo stesso tempo ha  continuato a dettare l’agenda dal palco. Subito, flat Tax, autonomie regionali, grandi opere etc., ma soprattutto il non rispetto dei vincoli Ue sul deficit.

Luigi Di Maio: “Basta attacchi ai ministri M5S, mai più a temi divisivi se non condivisi fuori dal contratto”.

Ma in serata, appena dopo il discorso di Conte si capisce che non c’è futuro.

Si alzano all’inverosimile le tensioni durante l’incontro sul decreto sblocca cantieri. Conte è costretto ad interrompere la riunione perchè  la Lega non vuole ritirare e discutere l’emendamento che sospende per due anni il Codice degli appalti.

“Cercano il pretesto per la crisi”, commentano da Palazzo Chigi”.

Conte e la procedura d’infrazione

Una procedura di infrazione farebbe molto male”,avverte Conte, “e per evitarla serve un clima di cooperazione e forte condivisione”.

La manovra dovrà partire da 35 miliardie lo stesso premier riconosce che è “complessa”. Poi evidenzia che: “Bisognerà mantenere equilibrio dei conti perché le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”. “Dobbiamo rifinanziare il nostro debito sovrano sul mercato per cui rimaniamo esposti alla fiducia degli investitori”, allerta il premier. “Per questo servono parole univoche e chiare da parte degli esponenti di Governo”.

Mentre Conte parlava di rispetto delle regole europee, Salvini dal palco diceva che occorre cambiarle subito perchè non hanno funzionato. “Hanno prodotto più disoccupati e più debito pubblico”.

Conte a Salvini

Lo invito a concentrarsi sulla sua materia, senza invadere sfere che non gli competono”.

Conte a Di Maio

Se si hanno questioni politiche da sollevare lo si fa rispettando la grammatica istituzionale”. Il riferimento è alla lettera di risposta a Bruxelles.

Di Maio è, quindi, in una strada senza uscita. L’apertura per ora è totale: Si a Flat tax, decreto famiglie e salario minimo. E si spinge dalla parte di Salvini quando si mostra favorevole alla revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax.

Di Maio si spinge oltre. Occorre ripartire magari dando alla Lega qualche ministero di peso. Tipo la Sanità di Giulia Grillo, il Mit di Danilo Toninelli.

Per quello della Difesa occorre passare dal Quirinale e al momento non se ne parla, avendo la Trenta la fiducia di Di Maio e del Movimento. Si tratta dell’ultima spiaggia, prima di cedere alle elezioni anticipare, oppure ad un governicchio tecnico di transizione.

La vicenda del presidente Fico

Il presidente della Camera ha dedicato la festa della repubblica anche a rom, sinti e migranti. Di Maio non le ha apprezzate e le ha interpretate come una virata verso il  PD. Che ci sia una piccola frangia di sinistra all’interno del Movimento è chiaro. Come chiara è anche l’evidenza che proprio questa frangia potrebbe far implodere il Movimento stesso. La scissione è dietro l’angolo e Zingaretti è alla ricerca di nuova linfa per il suo partito, forte del 24 per cento alle europee.

Apertura di Di Maio 

Di Maio avrebbe chiesto, come segnale di apertura, già per oggi un vertice a tre. Peccato che il presidente del Consiglio sarà a Torino per poi andare in Vietnam. Salvini invece è impegnato nella campagna elettorale in vista dei ballottaggi per le amministrative di domenica.

Come se a nessuno interessi quello che è successo ieri,  l’apertura di una crisi di governo vera e propria. Il M5S sembra essere rimasto da solo, con la sola forza che ha in parlamento. Ma siamo sicuri che tutti i parlamentari grillini abbiano accettato la leadership di Di Maio e che appoggeranno le sue politiche?

L’implosione

L’implosione sta per avvenire  e Giuseppe Conte lo ha capito. Non a caso lo stesso Conte, ieri durante la conferenza stampa ha tenuto a precisare che ha sempre dichiarato dall’inizio  di non aver mai votato 5S, una specie di presa di distanza preventiva dai pentastellati. Alla domanda se, in caso di elezioni, ci sarebbe stata una Lista Conte, il premier ha risposto: “se c’è ancora posto nella Roma vado a fare l’allenatore“.

 

Conte si smarca dall’implosione del M5S: “mai votato per loro”