James Melville, ambasciatore statunitense in Estonia, ha annunciato che lascerà il Dipartimento di Stato il mese prossimo. La decisione è stata motivata da Melville come segno di protesta per il cattivo trattamento riservato dall’Amministrazione Trump ai suoi alleati europei.
Melville, in un messaggio postato su FaceBook spiega che “Il Dna di un funzionario del Ministero degli Esteri è programmato per sostenere la politica dell’Amministrazione e fin dall’inizio ci è stata instillata l’idea che se mai dovesse arrivare il momento in cui ciò non è più possibile, in particolare se uno si trova in una posizione dirigenziale, la decisione onorevole è quella delle dimissioni”. Melville ha concluso spiegando che “Dopo aver servito sotto sei presidenti e undici Segretari di Stato, non avrei mai immaginato di poter arrivare a questo punto: che il Presidente dica che l’Unione Europea sia stata ‘creata per sfruttare gli Stati Uniti, per rubarci il nostro salvadanaio’ o che ‘la Nato è altrettanto cattiva del Nafta’ non è solo fattualmente sbagliato, ma dimostra che per me è giunto il momento di lasciare”.
Continuano quindi negli Stati Uniti le dimissioni per i disaccordi con l’Amministrazione Trump. Prima delle dimissioni di Melville ricordiamo infatti quelle dell’ambasciatore statunitense a Panama, John Feeley, e di Elizabeth Shackelford. Secondo quanto annunciato dalla CNN, anche Susan Thornton, che la Casa Bianca pensava di nominare vicesegretario per gli affari dell’Asia, ha annunciato di volersi ritirare.