Nel mentre in Italia vigeva un Decreto Legge di Indirizzo (il n. 219 del 2016, Cosiddetto Decreto Madia) che aveva già stabilito la riduzione delle Camere di Commercio ed il Ministro dello Sviluppo Economico, Dott. Carlo Calenda, il 7 agosto scorso, firmava il Decreto attuativo di tale riforma che produrrà l’accorpamento e la fusione di numerose Camere di Commercio, in Provincia di Latina e nella Regione Lazio si opera al contrario.
Infatti, sebbene la riforma delle Camere di Commercio – fortemente voluta dall’attuale e dal precedente Governo – abbia stabilito di accorpare la Camera di Commercio di Latina con quella di Frosinone, la Regione Lazio e la stessa CCIAA con una manovra maldestra, nei giorni scorsi, hanno comunque avviato le procedure del rinnovo del Consiglio Camerale.
Ciò in base al Decreto del Presidente della Regione Lazio del 17 luglio u.s., pubblicato sul BURL il 25 luglio u.s., e degli atti propedeutici svolti dal Commissario della CCIAA di Latina.
Dunque, con una tipica manovra “ferragostana” la CCIAA di Latina e la Regione Lazio, incuranti delle decisioni del Governo – che ha ridotto da 90 a 60 le Camere di Commercio ed i loro organismi di gestione – stanno tentando in questi giorni, ed in queste ore, di insediare un Consiglio che tra 120 giorni dovrà cessare di esistere, proprio sulla base del Decreto firmato il 7 agosto scorso dal Ministro dello Sviluppo Economico, Dott. Carlo Calenda.
Perché tutta questa fretta? Quali le ragioni? Quali gli obiettivi e le finalità? Forse, anzi sicuramente, sono quelle di sistemare qualche amico, anche se per poco, per consentirgli di assumere qualche Delibera a proprio favore? Chissà?
Ed il Commissario Zappia, che si prende meriti (non suoi) di aver avviato le procedure per la fusione della Camera di Commercio di Latina con quella di Frosinone perché non ci dice con quale atto o Delibera? Egli non ha fatto nessun atto in tal senso, come invece ha fatto la CCIAA di Frosinone, anzi ha lavorato per rallentare le procedure per la fusione tant’è che si è prodigato per avviare le procedure di insediamento di un Consiglio che tra 120 giorni cesserà di esistere.
Come pure dovrebbe spiegare quanti contributi ha erogato al CAT ed alla Confcommercio di Latina e per quali progetti.
In ultimo, possiamo affermare con assoluta certezza che non avendo egli avendo assunto nessun atto deliberativo in tal senso ha prodotto due fatti incontestabili:
1 – non ha messo in condizione il Governo di procedere da subito al Rinnovo del Consiglio unificato della Camera di Commercio di Latina e di Frosinone ma ha costretto il Governo ad un nuovo commissariamento della CCIAA di Latina;
2 – ha sprecato risorse pubbliche per svolgere una attività di rinnovo di un Consiglio, impegnando la struttura dirigenziale della CCIAA di Latina, distogliendola da altre attività sicuramente più proficue per le imprese e per gli obiettivi della stessa CCIAA.
Intanto, la Associazione IMPRESE OGGI, aderente a Confimprese Italia, avendo formalmente contestato i dati della rappresentanza della Confcommercio Lazio Sud in Provincia di Latina (sovrastimati di oltre 4.500 iscritti) e la incompatibilità del suo Presidente a ricoprire incarichi proprio nel nuovo Consiglio Camerale attende di conoscere le risultanze delle verifiche richieste.
In quanto ove mai non venissero svolte, o fossero blande e carenti, si configurerebbero varie ipotesi di abuso e di falso in atto pubblico.
Ecco perché è stato chiesto a Ministro Calenda ed al Presidente della Regione Lazio una puntuale verifica dei dati dichiarati ed il rispetto della normativa che stabilisce i casi di incompatibilità e di inconferibilità degli incarichi pubblici.