Tutto rinviato a novembre, non si è riusciti a proporre una risposta legislativa al caro energia da presentare al prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre.
Nel frattempo però si registrano alcune aperture: il tedesco Olaf Scholz, dopo l’iniziale contrarietà, avrebbe aperto alla possibilità di fare debito comune per contrastare il caro bollette mediante prestiti e non, come vogliono alcuni Paesi, con sovvenzioni a fondo perduto. Berlino invita a non usare la formula delle sovvenzioni, che rischierebbero di finire al vaglio della giustizia tedesca, proprio come quelle ex Recovery Fund.
Una convergenza, quindi, verso la proposta di uno Sure 2 sull’energia, avanzata dai commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton. Intanto a seguito dei bombardamenti russi Kiev ha annunciato di dover sospendere l’export di elettricità all’Ue.
La misura non è stata ancora notificata alla Commissione come aiuto di Stato, ma Ursula von der Leyen ha comunque avvertito tutti sulla necessità di mantenere un ‘level playing field‘.
Scholz aspetta il programma del nuovo governo italiano, ha riferito l’agenzia Bloomberg. “Prima d’impegnarsi a nuovi programmi finanziati con debito Ue Scholz vorrebbe prima vedere il programma della nuova coalizione e discutere con Giorgia Meloni l’integrazione europea”.
Il cambio di passo fatto trapelare da Scholz apre ad uno degli obiettivi della Commissione, ovvero quello di potenziare il Repower e farlo, anche, con fondi europei. “Nel bilancio Ue “le risorse e le flessibilità sono estremamente limitate. Se vogliamo utilizzarlo per dare delle risposte comuni alle sfide comuni dobbiamo fare una rivalutazione”, ha annunciato von der Leyen.
Non è detto che il potenziamento del Repower entri nella proposta che la Commissione definirà nei prossimi giorni. Di certo ne sarà parte l’obiettivo di una piattaforma d’acquisti comuni di gas da rendere obbligatoria a partire dalla prossima primavera. L’idea, ha spiegato un alto funzionario europeo, è seguire la strada che Bruxelles ha intrapreso con i vaccini anti-Covid.
Sul tetto comune al gas, chiesto da Roma, non si vedono al momento aperture. Il piano, che mercoledì Simson anticiperà parzialmente alla riunione dei ministri europei dell’Energia di Praga, potrebbe, invece, prevedere due tipi di cap.
Il primo sarà quello negoziato con i fornitori ‘amici’, grazie anche a contratti a lungo termine. “Possiamo entrambi beneficiare di un aumento dei volumi dell’export. Vogliamo consolidare il partenariato tra Ue e Algeria”, ha sottolineato la commissaria all’Energia Kadri Simson proprio da Algeri.
L’altro cap sarà quello al gas che concorre a formare il prezzo dell’elettricità. Chi pagherà, però, il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato? Nei piani di Bruxelles il vertice dei leader del 20 dovrà servire a “togliere ogni ostacolo” ad un’intesa e dirimere ogni dubbio.