Questo pomeriggio, a Palazzo Wedekind, si è svolto il convegno dal titolo “Legalità e Solidarietà: diritti ed etica per un welfare moderno”, organizzato dall’INPS nell’ambito delle celebrazioni per i suoi 125 anni di vita.
La moderazione del convegno è stata affidata al direttore del quotidiano Domani, Stefano Feltri che ha aperto i lavori dando la parola al direttore generale dell’Istituto, Vincenzo Caridi, che ha iniziato il suo intervento sottolineato come la legalità e la solidarietà siano due valori in simbiosi, due facce della stessa medaglia: “Se la domanda è la spia di un bisogno, la risposta della Sfera pubblica diventa il segno di una capacità di tenuta dell’intero sistema, in linea con i principi e le garanzie costituzionali.
Capacità di risposta che per i diritti sociali è sicuramente frutto di bilanciamento e convergenza di valori etici oltre che politici nel Bene comune, convergenza che si afferma anche attraverso i corrispondenti doveri di solidarietà di cui siamo principalmente responsabili.”.
Il procuratore della Repubblica di Catanzaro – Nicola Gratteri – ha iniziato la sua relazione con un messaggio molto forte: “In Italia – ha detto – abbiamo registrato un forte abbassamento della morale e dell’etica. Le mafie, in particolare la Ndrangheta, in questo momento storico non hanno necessità di arricchirsi ma di giustificare la propria ricchezza. La presenza della Ndrangheta nelle grandi città è strutturata: non si tratta di infiltrazioni ma di radicamento, con la gestione di alberghi, pizzerie, ristoranti, latifondi”. Ciò non accade solo in Italia ma anche in altri Paesi europei. Sappiamo – ha proseguito – che alla fine degli anni ’70, col boom edilizio, la Ndrangheta e la Camorra erano già al Nord, anche prendendo il posto di Cosa Nostra nel mondo dell’edilizia. La maggior parte di quelle attività (si pensi all’offerta di smaltimento con ribassi al 40% o all’arruolamento di operai per abbattere i costi delle opere) è in mano alle mafie. Il problema è allora più difficile da risolvere. L’abbassamento della morale e dell’etica ha aumentato la facilità di corruzione: ecco perché le mafie non sparano più, perché ci si ‘mette d’accordo’.
A seguire, c’è stato l’intervento del padre francescano Francesco Piloni: “Con semplicità vengo a voi, provando a portare la parola speranza. La solidarietà continua a esserci, è particolarmente viva nel solco del messaggio di Francesco di Assisi. Il Presidente della Repubblica ha definito San Francesco ‘un visionario che plasma la realtà’. La parola solidarietà che simboleggia interezza e completezza, deve essere recuperata con il ritorno a una morale e a un’eticità oggigiorno fragile. La dinamica del male parte da Caino e Abele. Francesco ha chiarissima la dinamica e anche il Papa lo ha ripreso nelle sue encicliche. Alla domanda di Dio, ‘dov’è tuo fratello?’, la risposta di Caino è ‘sono forse io il custode di mio fratello?’. La risposta è sì, siamo noi i custodi. Parlare di solidarietà senza questo approccio – ha concluso – vuol dire restare fissi in una vetrina, esposti, a mostrare il meglio di noi restando soli”.
Dopo il convegno c’è stata una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Maria Teresa Bellucci, viceministro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuseppe Busia, presidente ANAC, Maria Cecilia Guerra, economista e Danilo Festa, presidente del Collegio dei Sindaci INPS.
Per il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico: “Legalità e solidarietà possono ispirare una visione. Questi due principi si possono tenere insieme soprattutto tramite l’etica pubblica. Negli ultimi anni abbiamo visto come lo Stato sia stato fondamentale nell’offrire una visione di coesione. Abbiamo gestito risorse per assistere 16 milioni di persone durante il Covid: questa è stata una risposta dello Stato, ben diversa rispetto a quanto accaduto nella crisi economica del 2008. In quel frangente è mancata la forza economica del Pubblico. Oggi invece, due anni dopo la Pandemia, lo sforzo dello Stato ha fatto sì che si sia recuperata in termini di PIL la situazione ante-emergenza”.