Si alza il livello delle provocazioni lanciate dalla Corea del Nord, con il lancio di un missile di tipologia non precisata che ha sorvolato il Giappone per poi cadere nel Pacifico. A Tokyo il premier Shinzo Abe ha parlato di gesto dalla “gravità senza precedenti”, mentre la Casa Bianca ha fatto sapere che, in una telefonata, ha concordato con il presidente americano Donald Trump sulla necessità di “aumentare la pressione” su Pyongyang. Trump, da parte sua, è tornato alla sua retorica senza mezzi termini nei confronti del regime: “Azioni di minaccia e destabilizzanti aumentano solo l’isolamento del regime nordcoreano”, “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Intanto, oggi si riunisce il Consiglio di sicurezza della Nazioni unite, su richiesta di Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. A luglio, dopo il lancio di un missile intercontinentale, l’esecutivo Onu aveva approvato nuove sanzioni contro il regime di Kim Jong Un.
Il missile, di tipo sconosciuto, è stato sparato dalle vicinanze di Pyongyang ed è caduto nel Pacifico a 1.180 chilometri a est di capo Erimo. Ha percorso più di 2.700 chilometri e raggiunto un’altitudine massima di circa 550 chilometri, secondo il governo giapponese. La distanza raggiunta è di poco inferiore ai 3.200 chilometri che separano il Paese dall’isola di Guam, territorio non incorporato degli Stati Uniti in cui si trovano basi militari Usa, che il regime aveva minacciato di colpire. Le autorità nipponiche credono Pyongyang abbia lanciato un Hwasong-12, modello di missile balistico di medio-lungo raggio testato lo scorso maggio e che era citato nel piano di attacco a Guam.
Tokyo ha rilevato il missile intorno alle 6 locali, pochi minuti dopo che era stato sparato, ha allertato i cittadini del nord perché si rifugiassero nei sotterranei. Il governo ha deciso di non intercettare il dispositivo, ritenendo che non ci fosse il rischio che cadesse sul territorio. La Corea del Sud ha invece reagito con esercitazioni vicino alla frontiera con il Nord: ha dispiegato quattro jet F.15K che hanno lanciato bombe su un obiettivo vicino alla Zona demilitirazzata (Dmz), dopo che il presidente Moon Jae-in ha ordinato all’esercito di “esibire le sue capacità di sorpassare quelle nordcoreane in caso di attacco”. Tuttavia, Seul ha ribadito la necessità di cercare il dialogo.
Il premier Abe ha parlato di minaccia “seria, grave e senza precedenti”. La Casa Bianca ha poi diffuso una nota, affermando che Abe e Trump “hanno concordato che Pyongyang rappresenta una minaccia diretta, grave e crescente”, e “si sono impegnati ad accrescere la pressione sulla Corea del Nord e a fare tutto il possibile per convincere la comunità internazionale a fare lo stesso”. Da parte sua, l’americano oltre a dire che “tutte le minacce sono sul tavolo” ha anche affermato che la Corea del Nord ha “segnalato il suo disprezzo per i vicini, per tutti i membri dell’Onu e per gli standard minimi del comportamento internazionale accettabile”.
L’ambasciatore della Corea del Nord all’Onu, Han Tae Song, alla conferenza sul disarmo a Ginevra ha puntato il dito contro gli Usa: “Ora che hanno apertamente dichiarato le loro intenzioni ostili verso la Corea del Nord”, con le esercitazioni congiunte con Seul, “il mio Paese ha tutte le ragioni di rispondere con dure contromisure esercitando il suo diritto di autodifesa”. Gli Usa portano, ha aggiunto, la situazione a “un livello esplosivo” e continuano la loro “duratura politica ostile”.
La Cina ha chiesto dialogo e moderazione da entrambe le parti, affermando che il nuovo lancio sia la prova che le sanzioni non sono risolutive. Da Mosca, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha chiesto che “i nordcoreani rispettino le risoluzioni Onu” e il suo vice Sergey Ryabkov ha chiesto “moderazione” a Pyongyang e “di evitare un’escalation militare” a Washington. Il presidente Francese, Emmanuel Macron, si è detto pronto a “nuove misure”, la premier britannica Theresa May favorevole a maggior pressione. L’Unione europea, tramite l’alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, si è espressa a favore al dialogo ma ha annunciato che “valuterà una “risposta adeguata”.
Si tratta del tredicesimo lancio di missile balistico da parte di Pyongyang quest’anno e dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. L’americano ha usato una retorica bellicosa verso il regime e la massima tensione è stata raggiunta a inizio agosto, quando la Corea del Nord ha minacciato di bombardare Guam. I due Paesi sono tecnicamente ancora in guerra, perché il conflitto del 1950-1953 non fu concluso da un trattato di pace, ma da una tregua.