La situazione nella penisola coreana “ha raggiunto un punto delicato e una guerra nucleare può scoppiare in qualsiasi momento”. Il nuovo monito arriva dal vice ambasciatore nordcoreano all’Onu, Kim In Ryong, che ha parlato durante una riunione della commissione disarmo al Palazzo di Vetro. Pyongyang, ha ribadito, “sostiene l’eliminazione totale delle armi nucleari e gli sforzi per la denuclearizzazione del mondo intero”, tuttavia non può firmare il Trattato sul bando alle armi nucleari a causa delle minacce americane. Secondo Kim, “nessun Paese al mondo ha subito una tale minaccia nucleare diretta ed estrema dagli Stati Uniti e per così tanto tempo”. Quindi, l’avvertimento: gli Stati Uniti si trovano “nel mirino di fuoco della Corea del Nord e se gli Stati Uniti oseranno invadere il nostro sacro territorio anche di un centimetro non sfuggiranno alla nostra punizione severa in alcuna parte del globo”. Le nuove minacce di Pyongyang arrivano due giorni dopo le dichiarazioni del segretario di Stato americano Rex Tillerson, secondo cui il presidente Donald Trump è impegnato a risolvere la crisi “attraverso la diplomazia” e gli sforzi “continueranno fino a quando cadrà la prima bomba.
Gli Usa non escludono la possibilità di un negoziato diretto con la Corea del Nord. Lo ha detto il vicesegretario di Stato, John Sullivan, al termine di un incontro con il suo omologo giapponese, Shinsuke Sugiyama, a Tokyo, rende noto l’agenzia Reuters. “Alla fine non escludiamo la possibilità di avere colloqui in maniera diretta”, ha detto Sullivan. Sullivan appare in linea con il segretario di Stato americano, Rex Tillerson che due settimane fa e’ andato a Pechino, che da tempo chiede di tornare al negoziato, per implorare la Cina – unico alleato di Pyongyang – di aiutare l’America a trovare una via d’uscita. Ma il presidente americano, Donald Trump, è sempre sembrato su una linea più dura: “Smettila di perdere tempo Rex”, aveva detto in quell’occasione. “Loro capiscono solo una cosa”. “Il nostro focus è sulla diplomazia per risolvere questo problema presentato dalla Corea del Nord”, ha detto ancora Sullivan. “Dobbiamo tuttavia, con i nostri alleati, Giappone, Corea del Sud e altrove, essere pronti al peggio, qualora la diplomazia dovesse fallire.