Rientrerebbe tra le ultime opzioni sul tavolo nel caso in cui la escalation non si fermasse. Secondo quanto scrive il Daily Mail vertici militari di Seul avrebbero informato il presidente sudcoreano Moon Jae-in del loro eventuale piano di inviare assassini formati da loro per uccidere i gerarchi del regime. La notizia arriva in un momento in cui le tensioni nella penisola coreana sono ai massimi, dopo che Kim Jong-un ha lanciato l’ennesimo missile balistico intercontinentale che ha attraversato i cieli sopra il Giappone, finendo poi nell’Oceano Pacifico.
Secondo il quotidiano Chosun Ilbo, Moon ha detto ai suoi ufficiali di essere pronti a “passare velocemente ad una offensiva in caso la Nord Corea superi la linea rossa con le sue provocazioni”. All’inizio di agosto era stato riferito che l’esercito della Corea del Sud stava disegnando dei piani per un “attacco chirurgico” nei confronti di Pyongyang. I capi di stato maggiore delle forze armate sudcoreane e il ministero della Difesa del Paese starebbero mettendo a punto un piano per un piano volto a distruggere i siti missilistici e nucleari della Corea del Nord nel caso in cui Seul decida di rimuovere il dittatore Kim Jong-un. Se il presidente sudcoreano Moon Jae-in decidesse di procedere con questo piano in un’eventuale situazione di emergenza i siti della Corea del Nord verrebbero attaccati da aerei da caccia F-15 equipaggiati con missili cruise Taurus e l’operazione verrebbe eseguita dalle Forze Speciali del presidente.
L’opzione militare è caldeggiata anche dagli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump che ha fatto sapere che “il dialogo non è la risposta”, aprendo il campo a possibili interventi. Una visione non condivisa dalla Cina (molto più vicina alla Corea degli Usa). Da Pechino hanno fatto sapere che l’opzione militare non è sul tavolo. Ma un “attacco chirurgico” potrebbe forse essere apprezzato da tutte le parti in causa.