Il discorso del presidente degli Stati Uniti Donald Trump all’Assemblea generale delle Nazioni unite riferendosi a Kim Jong-un: “è il rumore di un cane che abbaia” . Non è mancata la reazione in prima persona del leader coreano.
Pyongyang potrebbe far esplodere una bomba all’idrogeno nel Pacifico, in risposta al presidente Donald Trump, che ha minacciato di “distruggere completamente” la Corea del Nord se non rinuncerà al suo programma nucleare. Lo ha detto ai giornalisti a New York il ministro degli Esteri nordcoreano, Ri Yong Ho, a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu dove Trump ha lanciato il suo avvertimento. L’incredibile provocazione di Ri Yong Ho è arrivata poche ore dopo la dichiarazione del dittatore nordcoreano, Kim Jong-un, al quale spetta la decisione finale, ha tenuto a precisare il suo ministro degli Esteri. Parlando in prima persona, Kim ha dato a Trump del “folle”, “non adatto a governare”, “a cui piace giocare con il fuoco”. “Pagherà caro”, ha avvertito Kim. Da quando si e’ insediato alla Casa Bianca “con le sue minacce ha reso il mondo più inquieto”, ha rimarcato il dittatore. Quella di Trump è stata “una feroce dichiarazione di guerra” e “lo domerò con il fuoco”, ha tuonato Kim, promettendo una risposta “di massimo livello” contro gli Stati Uniti.
Secondo Vipin Narang, professore di scienze politiche al Mit ed esperto di nucleare, è la prima volta che Kim diffonde una dichiarazione in prima persona. “Da quanto mi risulta non ci sono precedenti”, ha detto Narang alla Cnn. Kim “è stato chiaramente offeso dal discorso (di Trump) e ciò che preoccupa maggiormente e il tipo di risposta che sta considerando”. Il ministro degli Esteri di Pyongyang sarebbe dovuto intervenire oggi all’Assemblea generale dell’Onu ma dopo l’intervento di Trump ha deciso di rinunciare. Se volesse, sarebbe ancora in tempo per prenotare una slot. Proprio ieri l’amministrazione Usa ha varato un nuovo round di sanzioni contro le società straniere che fanno affari con la Corea del Nord. Il ministro del Tesoro Usa, Steve Mnuchin, ha precisato che non si tratta di una misura contro la Cina, anche se è il principale partner commerciale di Pyongyang.