Coronavirus: diteci la verità!

Coronavirus: diteci la verità!

(di Marco Zacchera) Sono sempre più deluso, preoccupato ed arrabbiato: le settimane passano tra un mare di chiacchiere e intanto l’Italia fallisce. Conte parla a reti unificate senza dire praticamente nulla e “gli scienziati” – che non rischiano un’unghia del proprio reddito – giustificano il rinvio delle aperture, insensibili verso la realtà di un Paese dove la maggior parte delle persone non ha ancora capito verso quale disastro siamo diretti.

Soprattutto ci contano delle gran balle con numeri quotidiani ingestibili se non si fanno tamponi e test statistici a tappeto. Intanto per esempio pochi sanno che – a fronte di 12.352 decessi a marzo per il coronavirus – l’anno scorso (fonte ISTAT) c’erano stati 15.189 morti in Italia per polmoniti (16.220 nel 2018) che quest’anno non ne risultano praticamente più: come si spiega?

Questo solo per dire che i numeri si girano come si vogliono, ma intanto un fatto inequivocabile e vero è che a 60 giorni dall’inizio della pandemia le aziende italiane dai 2 ai 499 dipendenti NON HANNO ANCORA VISTO UN EURO e per i finanziamenti fino a 25.000 euro risultano a ieri accettate (non liquidate!) 28.500 pratiche su centinaia di migliaia in giacenza.

Avete notato il balletto sul MES durato settimane con tutto che poi torna in silenzio dopo la affermata (da Conte) “impensabile grande vittoria in Europa”? Balle, il silenzio è per non far ricordare il voltafaccia 5Stelle ai loro elettori e salvare il governo, MA I SOLDI “VERI” NON CI SONO, E’ TUTTA UNA MANOVRA A DEBITO e intanto il nostro debito pubblico sta in piedi perché solo la Banca Centrale Europea sta comprando (per fortuna) quintalate di miliardi di titoli di stato italiani e si spera nel MES, mentre la platea delle chiusure incombe.

Tranquilli, comunque, non arriverà la troika alla greca ma solo “Una vigilanza rafforzata” da parte di Bruxelles: le parole sono tutto, non conta mai la sostanza.

Questo mi brucia: oltre al quotidiano bollettino sanitario delle ore 18 servirebbe un onesto “bollettino economico” di come si stia procedendo: dicano quanti finanziamenti siano liquidati al giorno, se non si vergognano…

Perché gli “scienziati” parlano, tanto loro non rischiano: “Se si aprisse subito potremmo arrivare a 151.000 ricoverati in terapia intensiva” ci dicono, ma non ci spiegano PERCHÈ proprio quel numero, ma se lo dice Conte lo riprendono i media e allora tutto diventa vero.

Intanto lo stesso Premier si precipita a Genova ad inaugurare “l’innalzamento dell’ultima campata del ponte” – ennesima passerella per un’opera pubblica che sulla pelle di 40 persone ha già goduto di una decina di festeggiamenti parziali – e intorno a lui si notava in TV una gran ressa di gente. Conte ha parlato (senza mascherina!) dei soliti futuri, immancabili destini. Tutto in evidente spregio ai decreti ma Lui può, noi no: perfino le Messe ci sono vietate!

Atteggiamenti assurdi, così come nessuno sembra rendersi conto che sono stati superati tutti i limiti costituzionali, ma è “per l’emergenza” e allora va bene così. Sfugge il particolare che nessuno ha eletto Conte, così come gli scienziati, i comitati, gli esperti che di fatto dirigono l’Italia. Se questo atteggiamento fosse stato tenuto da un governo di centro-destra sarebbero saliti ululati di lesa maestà costituzionale.

Ma intanto il parlamento è esautorato, la colpa è delle regioni e tanto il prode presidente Mattarella, firma sempre tutto.

Restano però aperte tutte le domande drammatiche, vere, mai neppure sfiorate da mille (inutili) dibattiti. Per esempio chi controlla i conti della Protezione Civile o come si spendono milioni di euro “per l’emergenza”, oppure perché siamo così indietro con tamponi e controlli.

Insisto: se in una qualsiasi attività si osservano le prescrizioni e le distanze perchè non si può e non si deve ricominciare a lavorare? Ditemi perché deve star chiuso chi vende mobili, oppure un orefice, un avvocato, una sarta, una pasticceria (però i dolci al supermercato e in panetteria puoi comprarli). I “Comitati tecnici” di Conte sono ben lontani dalla praticità dei problemi ed è ora che insorgano con più forza tutte le associazioni di categoria che purtroppo non vengono ascoltate.

E se tutti – ovviamente muniti di mascherine ed osservando le distanze – dal 4 maggio semplicemente ci ribellassimo alle imposizioni e cominciassimo a muoverci e a lavorare liberamente? Sarebbe davvero una criminale sfida allo Stato? Direi semplicemente un rifiuto a quei suoi rappresentanti (neppure eletti!) che a due mesi dall’inizio del caos dimostrano – e ogni giorno confermano – di non essere all’altezza della situazione.

Coronavirus: diteci la verità!