Siamo vicini a test che rivelano chi è immune al contagio da coronavirus. Un test “rivoluzionario” in grado di identificare le persone che sono state infettate e che di conseguenza sono immuni non avendo, altresì, mostrato nessuno dei sintomi caratteristici del contagio. Lo ha detto ieri il premier inglese, Boris Johnson. La notizia è riportata oggi dal Times. Un tale test consentirebbe al personale sanitario di lavorare in piena sicurezza consci di non sviluppare, nel corso del loro lavoro, alcuna malattia. Gli scienziati seguendo questo filone potrebbero scoprire una delle variabili chiave per comprendere e combattere la malattia: quante sono le persone che si infettano ma non mostrano sintomi specifici? Perchè queste persone non si ammalano?
Alla conferenza stampa quotidiana di Downing Street, Patrick Valiance, il consigliere scientifico del governo, ha dichiarato che il lavoro del PHE (Public Health England) sul test “sta procedendo molto velocemente” e fornirà presto con il suo utilizzo massivo preziose informazioni sulla pandemia.
Il primo ministro inglese ha anche detto: “Sarà grandioso avere a disposizione un test per vedere se hai contratto il virus e soprattutto se lo contrarrai“. Un modo, prosegue Johnson, per ritornare alla normalità se il test “certifica” una sorta di immunità al virus. “Quindi, ha affermato Johnson, potrebbe essere davvero un punto si svolta sia dal punto di vista economico sia da quello sociale“.
Nel frattempo in Inghilterra si alzano le polemiche. “Il governo è sotto attacco crescente per mancanza di test. Alcuni ospedali hanno iniziato a eseguire i test al proprio personale per ridurre le assenze dopo che il primo ministro inglese aveva annunciato un extra lavoro per controllare tutti i pazienti inglesi. Boris Johnson ha anche detto ai responsabili del corpo sanitario di fare appello alle università e alle aziende per aiutare ad effettuare i test che si riterranno necessari per tutto il Paese.
Ieri l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo le dichiarazioni iniziali del primo ministro Boris Johnson, ha ribadito l’invito alla Gran Bretagna a fare i test. Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale, ha dichiarato che la ricerca di eventuali casi positivi rallenterebbe la diffusione del virus. Come prassi, ha sottolineato l’alto funzionario dell’Oms, tutti i paesi dovrebbero isolare il virus con l’ausilio di test e la mappatura degli spostamenti dei pazienti.
In caso contrario, le catene di trasmissione, anche se si indeboliscono, continuano a diffonder il virus. “I test, continua il direttore generale, sono stati fondamentali per arrestare focolai a seguito di intensa sorveglianza e isolamento nei casi registrati in Corea del Sud e Singapore.
Il personale del SSN sta anche evidenziando carenza di dispositivi di protezione, dopo l’annuncio del PHE che le maschere chirurgiche sono una protezione adeguata per gli operatori che si trovano a contatto con pazienti affetti da coronavirus.
In una lettera indirizzata al Times, più di 300 medici hanno esortato, quindi, il Governo ad approvvigionare gli ospedali di attrezzature adeguate, specialmente respiratori per le camere di terapia intensiva.
Le speranze da farmaci già esistenti
Un farmaco antivirale giapponese ha accelerato i tempi di recupero per i pazienti affetti da #coronavirus, secondo quanto riferito dal governo cinese. Il Centro nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie in Cina ha affermato che i pazienti che hanno ricevuto favlplravir si sono ripresi più rapidamente dai sintomi della polmonite e sono guariti prima degli altri pazienti che non hanno ricevuto il trattamento. Circa 120 pazienti a Wuhan, dove il Covid-19 è soppiatto alla fine dell’anno scorso, e 80 nella città di Shenzhen sono stati trattati con il farmaco, noto anche come Avigan. Zhang Xlnmin, un funzionario del ministero della scienza e della tecnologia, ha dichiarato di non aver notizia di effetti collaterali evidenti.
Donne incinte. Si consiglia, tuttavia, di non assumere favlplravir nel caso di donne in gravidanza per evitare malformazioni fetali. Le azioni di FuJifIlm, la società giapponese che ha sviluppato il farmaco, sono aumentate del 15%. Sono inoltre in fase di sperimentazione numerosi altri farmaci esistenti, tra cui un farmaco per l’asma efficace contro il Mers coronavirus, un trattamento anti-ebola e un farmaco anti-malaria.