(di Massimiliano D’Elia) I medici rianimatori chiedono un decalogo, sono allo stremo delle forze e soprattutto non riescono ad assistere tutti i cittadini ammalati. I respiratori artificiali non riescono a soddisfare l’esigenza. Ai medici è devoluta la “decisione”: sono costretti a dover scegliere a chi dare il supporto respiratorio. Proprio così come si fa in guerra, si soccorre e cura solo chi ha speranze di vita. Una scelta tremenda, una selezione che mai nessuno ai tempi nostri avrebbe pensato di dover fare.
Nonostante ciò, non abbiamo ancora capito che siamo in “guerra”, mi riferisco a noi italiani che non riusciamo ancora a immedesimarci in una condizione uguale a quella di un conflitto armato, dove ogni giorno potrebbe esserci una novità non sempre positiva.
L’immaturità, l’ignoranza insieme alla ignobile cultura di dover trovare ad ogni costo un modo per eludere le indicazioni e le direttive dello Stato stanno contribuendo a diffondere, in maniera davvero preoccupante la diffusione del virus. Le scene di migliaia di italiani che scappano dalla Lombardia per andare al sud la dice tutta, mostra al mondo intero tutta la nostra “italianità”: popolo di poeti, scultori, pittori, artisti di ogni genere ma anche di “sprovveduti”, di “incoscienti” e di “mammoni”. Ieri, con lo sconcerto del ministro Speranza, tutti al mare a passeggiare e consumare un delizioso gelato, bah!!!
Al netto dell’emergenza in atto, i nostri governanti, la classe dirigente politica, la Scuola dovrebbero seriamente interrogarsi sul perchè gli italiani, non tutti per fortuna, non rispettano le regole, rigettano questa pratica primaria per vivere in una società civile, in uno Stato di diritto, dove si chiedono solo i diritti, ma i doveri?
Ora o mai più. Tutti, ma proprio tutti dobbiamo fare la nostra parte e stringerci attorno alle Istituzioni, non è il momento delle polemiche, anche se occorrerebbe una guida autorevole, una personalità con le “p…. d’acciaio“, che non sia condizionato dalle conseguenze politiche di una decisione, ma che pensi solo e soltanto al bene e alla salute della Nazione e dei suoi cittadini. Se la politica, il Governo non riescono a gestire l’emergenza in atto per via di una struttura organizzativa statale, legata da solidi legacci burocratici, che si abbia il coraggio di mettersi di lato e nominare un super commissario con poteri speciali, svincolato da tutti, anche dalla lente d’ingrandimento del potere giudiziario. Utilizzare l’esercito per attività restrittive alla mobilità, anche se non “accettabile” da molti, potrebbe essere forse una delle soluzioni estreme da mettere in atto, subito.
Non so se sia ormai troppo tardi per fare tutto ciò, tuttavia l’aumento dei decessi e il fatto che siamo il secondo Paese al mondo per mortalità in questa emergenza parlano chiaro. Solo ieri i decessi sono stati 133, il totale passa da 233 a 366, con un aumento del 57 per cento in un solo giorno venerdì erano 197. I contagi sabato erano 5.061, ieri il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli ha riferito che se ne sono aggiunti 1.326. Siamo a 6.387. Guarite 33 persone che si aggiungono alle 589 totali di sabato. Il totale di malati e guariti è di 7375. Il maggior numero di morti si è verificato in Lombardia, 113. Primo morto in Toscana, a Pisa. I numeri, dice il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, spiegano perché in Lombardia e nelle altre provincie le misure restrittive.
L’unico modo per contrastare in maniera efficace la diffusione del virus, così come ha raccomandato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro è quello di “evitare di uscire se non è strettamente necessario. E quando si sta fuori, prendere tutte le precauzioni perché, prosegue Brusaferro non c’è una parte di Italia che può considerarsi immune, ci sono regioni in cui il virus circola meno, se continuiamo a comportarci come nulla fosse, il virus circolerà. Dipende dai nostri comportamenti“.
“Italiani state a casa se potete” è l’appello di un Walter Ricciardi letteralmente scandalizzato “da quegli italiani che questa domenica se ne sono stati tranquillamente accalcati al mare a mangiare il pesce o a fare l’aperitivo come se nulla fosse”.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, inorridito dai comportamenti irresponsabili di una fetta importante di italiani: “Le misure approvate sono molto rigide e importanti, però hanno bisogno di un’alleanza con le persone, sono pronto ad avere anche un pugno duro contro atteggiamenti che non sono più tollerabili, perché il virus non è uno scherzo”.
Ricciardi poi vuole far capire a chi minimizza il fenomeno : “Il problema è che oggi molti ragionano credendo che la possibilità di infettarsi è comunque una eventualità remota, perché giudicano poca cosa gli oltre 7mila positivi ad oggi rispetto al fatto che in Italia siamo 60 milioni“. “Chi ragiona in questo modo non sa che un virus di questo tipo può espandersi senza trovare resistenze, perché manca un vaccino e perché essendo nuovo tutta la popolazione è sprovvista di anticorpi per fronteggiarlo“.
La Repubblica riporta che le curve dei grafici elaborate dagli epidemiologi, non solo in Italia, dicono che il virus potrebbe colpire fino il 60% della popolazione, ovvero oltre un milione di morti, mandando a tappeto i nostri ospedali, che con così tanti accessi non sarebbero più in grado di curare ne i malati di coronavirus ne quelli con altre gravi patologie.
Un quadro apocalittico che Ricciardi ritiene non verosimile se “prevarrà la responsabilità nei comportamenti individuali attenendosi alle misure varate e ai suggerimenti che abbiamo dato. I giovani possono continuare a fare la movida all’aperto, purché facciano attenzione all’igiene e ai comportamenti”.
Il Governo nelle ultime ore ha rialzato i toni della comunicazione
ll ministro Speranza si è affidato al buon senso degli italiani: “siamo un Paese di persone che possono avere un senso civico molto alto, che capiscono la necessità di restare uniti e fare fronte comune. Perché questa è una questione seria, che mette a dura prova le strutture sanitarie che per questo stiamo rinforzando“.
Nel mirino del Covid-19 Roma e Lazio. “Regioni come il Lazio e Roma sono particolarmente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà sicuramente interessata“, ha affermato Ricciardi dagli studi di Domenica In. “Nulla di scontato, soprattutto se si comincerà a rinunciare a un pò di vita sociale“.
Zingaretti, da casa perchè affetto da coronavirus ha chiuso, per ora, palestre, piscine e centri benessere in tutto il Lazio.