(di Vanessa Tomassini – corrispondente da Tunisi) La Tunisia, con oltre 300 segnalazioni di infezioni e nove morti, ha deciso di anticipare i tempi “sigillandosi” prima degli altri paesi nordafricani. La pandemia dovuta al Covid-19 è stata presa da subito sul serio in Tunisia, dove è stato imposto un coprifuoco dalle 18 alle 6 di mattina. E’ possibile uscire da casa solo per fare la spesa e andare dal medico. Non ci sono altre possibilità previste per lasciare la propria abitazione. I movimenti tra le diverse municipalità e regioni è consentito solo per motivi sanitari. A far rispettare le rigide sanzioni è sceso per le strade anche l’Esercito. Ad oggi, riportano i media locali, sono state ritirate 10mila patenti di guida a cittadini non autorizzati ad uscire con la confisca dei rispettivi veicoli.
La polizia ha messo in campo tutte le misure più efficaci per scoprire chi contravviene alle disposizioni del governo, compresi sofisticatissimi robot.
Il robot telecomandato è l’orgoglio della polizia tunisina. Le sue telecamere sono in grado di catturare ogni angolo delle città, anche di notte. Con l’aiuto di tali robot, la polizia controlla le poche persone che sono ancora in movimento nella capitale tunisina.
Nei primi giorni dell’emergenza si era diffusa una notizia sui social network che l’aglio poteva aiutare contro il coronavirus. La gente ha fatto sparire dagli scaffali dei supermercati e dai banchi dei mercati, il prezioso bulbo. Il prezzo dell’aglio è aumentato a dismisura, il sospetto è che ci sia stata una forte speculazione per far arricchire i maggiori produttori del paese.
Uno dei maggiori problemi che si intravede all’orizzonte è quello economico. La disoccupazione era già alta prima della crisi, ora è cresciuta ulteriormente a causa dell’esercito di braccianti che è costretto a rimanere a casa e che si sostenta in nero, guadagnando alla giornata. Sarebbero circa 500mila le piccole imprese rimaste inattive a causa della pandemia. Centinaia di migliaia di posti di lavoro sono a rischio negli hotel, poiché abbandonati dai turisti. Nel 2019 il flusso di turisti ha toccato dieci milioni di vacanzieri. Quasi uno su cinque della popolazione tunisina lavora direttamente o indirettamente nel settore turistico.
Non è un caso infatti che la gente inizi a scendere per strada, chiedendo sostegno economico o in alternativa il termine delle restrizioni per poter ritornare a lavorare.
La Tunisia era già sull’orlo dell’insolvenza prima che scoppiasse la crisi sanitaria. Il nuovo governo stava negoziando con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) un nuovo prestito ponte di 1,2 miliardi di dollari. L’FMI di recente ha accordato, per la sola emergenza coronavirus, aiuti per 450 milioni di dollari. Altri 310 milioni di euro saranno garantiti dall’Unione Europea. Con un sistema sanitario vicino al collasso diventerà difficile affrontare, con le necessarie armi, un probabile picco di contagi simile a quello che si sta verificando in Italia e Spagna. Le autorità hanno quindi deciso di anticipare i tempi attuando misure drastiche fin da subito, utilizzando l’alta tecnologia e una corretta comunicazione per contrastare le fake news, tipo quella dell’aglio. Le misure messe in campo se da un lato stanno funzionando per arginare il contagio da Covid-19 dall’altro stanno causando altre problematiche, difficili da contenere se non affrontate per tempo con provvedimenti adeguati.
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