I segnali elettrici potrebbero, in un futuro non troppo lontano, permetterci di trattare persone con problemi cardiaci o diabete
(di Giovanni D’Agata) In questo momento, quando siamo malati, il nostro medico di solito prescrive farmaci. Ma l’elettricità potrebbe, nel prossimo futuro, diventare una vera cura per alcuni problemi di salute. Come sarebbe possibile?
È semplice: assolutamente tutto ciò che facciamo (spostare, correre, pensare e persino sognare) è controllato o regolato da segnali elettrici. Infatti, piccoli impulsi attraversano il nostro sistema nervoso, trasmettono informazioni e ci permettono di prendere decisioni complesse. Il centro dell’attività elettrica del nostro corpo si trova nel cervello: è il sistema nervoso centrale. Le lesioni al sistema nervoso, che spesso portano a una paralisi irreversibile, dimostrano quanto siano importanti questi segnali elettrici. Se potessimo trovare un modo per decodificare e scrivere segnali elettrici, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, cioè per capire il linguaggio del sistema nervoso, potremmo quindi “controllare” il corpo.
Un dispositivo impiantato potrebbe ad esempio essere in grado di riempire il vuoto lasciato da una lesione del midollo spinale. Potremmo anche chiedere al pancreas di produrre più insulina o aumentare o diminuire la frequenza cardiaca senza farmaci. Luigi Galvani fu uno dei primi scienziati a capire che l’elettricità poteva giocare un ruolo nel funzionamento degli esseri viventi. Nel 1791, riuscì a scuotere le rane con l’elettricità. Due secoli dopo, la bioelettronica è diventata un campo di ricerca molto attivo. Se l’elettricità non sostituirà le medicine convenzionali, in un futuro non troppo lontano, completerà sicuramente la loro azione.