(di Marco Zacchera) Molti giornali – come IL TEMPO – hanno pubblicato la classifica dei più noti virologi mondiali apparsa su “Scopus”, un data-base aggiornato periodicamente sulla base di oltre 25000 articoli e recensioni provenienti da più di 5000 editori internazionali in ambito scientifico, tecnico, medico e sociale con una copertura estesa alle conferenze mondiali e 3 milioni e mezzo di accessi.
Il punteggio più alto al mondo in questa classifica “al merito” ce l’ha un professore italo-americano, Anthony Fauci (174), il noto virologo di riferimento del presidente Usa Donald Trump, Diciamo che una sufficiente mediocrità è a quota 50 punti, 80 significano autorevolezza internazionale. Eccellono però anche due italiani pressochè sconosciuti alle cronache: Alberto Mantovani dell’Humanitas (167punti) e il prof. Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri (158),.
A scendere ecco – persi nel gruppo – volti noti: Paolo Ascierto (63) dell’Istituto nazionale dei tumori, Giuseppe Ippolito (61) direttore scientifico dello Spallanzani, Giovanni Rezza (59) dell’Iss e Massimo Galli (51) del Sacco di Milano.
Ma dove sono gli illustri virologi che da tre mesi condizionano la nostra vita? Bisogna scendere ancora molto ma molto più giù nella classifica fino ad arrivare a Walter Ricciardi (39) consulente dal ministero della Salute, Pier Luigi Lopalco (33) che pure è ospite fisso dei talk show. Bassissimo il punteggio di Roberto Burioni (26), arruolato come ospite fisso in Rai e ancora più giù il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro (21) cui il governo ha di fatto affidato la guida delle decisioni sul coronavirus. In fondo al pozzo annaspa l’onnipresente Fabrizio Pregliasco (14 punti) peraltro promosso a tuttologo mezzobusto TV a tempo pieno. Questo per capire il livello degli “scienziati” che, arruolati alla corte di Conte, decidono per tutti doni…