(di Massimo Silvestri ed Emiliano Scarapicchia) E’ strano che la prima espulsione in carriera, rimediata nella Champions League da CR7 sia stata proprio indossando la maglia della Juve, squadra considerata da noi italiani come la “Signora intoccabile”. Ieri si è assistito ad un vero e proprio paradosso, un’espulsione non solo inesistente ma che ha visto coinvolto uno dei giocatori più corretti e coerenti del calcio mondiale.
Un’aggravante sui fatti accaduti sta nel fatto che, una competizione così importante come la Champions, dove i club più blasonati d’Europa investono ingenti risorse finanziarie, non si avvalga dall’ausilio della V.A.R. e quindi, come denunciato a fine partita da Allegri, singoli episodi rischiano alla fine di compromettere gli sforzi e gli ingenti investimenti sostenuti. Purtroppo in Europa la Juve sembra essere stata risucchiata da una spirale negativa, come confermano anche i fatti accaduti l’anno scorso quando un arbitro a dir poco coraggioso ha avuto la freddezza ed il coraggio di concedere un rigore dubbio all’ultimo secondo di una semifinale di Champions, senza neanche consigliarsi con il giudice di linea.
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Espellere Ronaldo nel vivo della partita, dove la Juve era la squadra messa meglio in campo e manteneva il pallino del gioco, è stato un gesto altrettanto coraggioso, lasciandola in 10 per tre quarti dell’incontro. Una vicenda molto curiosa e che ci porta a dubitare sull’espulsione, scaturita da quello sfioro fortuito tra Ronaldo e una vecchia conoscenza del calcio italiano, Murillo che grazie all’episodio “in mondovisione” è riuscito ad accendere i riflettori su di se, cosa che non era riuscito a fare nell’Inter.
Per la teoria del bicchiere mezzo pieno vedere uscire un “marziano” in lacrime ha riportato CR7 nel mondo dei comuni mortali, avvicinandolo alla gente, che fino ad allora lo aveva visto e considerato come un extra-terrestre, un fuoriclasse che rasenta l’antipatia a causa della “perfezione” che sprigiona da tutti i pori. E’ sembrato di rivedere la scena “cult” della celebre serie di film “Rocky” quando Ivan Drago colpito al volto inizia a sanguinare ed è in quel momento che scopre di essere un uomo.
La Signora del calcio italiano ha saputo comunque raggiungere lo scopo, dominando e vincendo una partita tutt’altro che semplice in uno stadio ostico e proibitivo, confermando ancora una volta la filosofia che la contraddistingue da tutte le altre, ovvero che tutti sono al servizio per una causa comune, top player compresi. Certo le prossime gare senza CR7 non saranno semplici, considerando anche il fatto che il suo arrivo a Torino era l’arma perfetta per la Champions.
Ora toccherà al tecnico Massimiliano Allegri far uscire dal cilindro la soluzione per motivare i propri ragazzi, convogliando rabbia e delusione in determinazione e voglia di continuare a vincere.
https://youtu.be/2fO67gtvqCU