I tempi della tregua umanitaria nel sobborgo di Al Ghouta, ad est di Damasco, dipendono dalle azioni umanitarie dei gruppi “terroristici”. Lo ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Dipende da come agiscono i gruppi terroristici, dipende se spareranno, se le loro provocazioni continueranno, dipende principalmente da questi fattori”, ha spiegato Peskov. Ieri, 26 febbraio, il ministro della Difesa russo, Sergej Shoighu ha annunciato l’entrata in vigore, a partire da oggi, di una tregua umanitaria dalle 9 alle 14 (ora locale) nell’area ad est di Damasco. Oggi le Nazioni Unite hanno confermato la ripresa dei combattimenti nel sobborgo di al Ghouta, ad est di Damasco.
Gli scontri sono ripresi malgrado l’annuncio da parte di Mosca di una tregua umanitaria quotidiana a partire da oggi. “Constatiamo che i combattimenti continuano (…), rendendo impossibile l’invio dei convogli umanitari”, ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio di coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu (Ocha) a Ginevra. In precedenza, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che “il regime siriano ha lanciato dopo le 9 (ora locale) nove raid in totale, di cui sei colpi di artiglieria, due barili bomba e un bombardamento aereo” nella località di Saqba, ad est di Damasco, senza aver provocato vittime. Da parte sua, l’agenzia di stampa ufficiale “Sana” ha reso noto che i ribelli hanno lanciato dei razzi volti a colpire i corridoi umanitari nei pressi del campo di Al Rafidain, nel tentativo di impedire ai civili di lasciare la regione.