“Non voglio neanche pensare a un ritorno al governo di Renzi, Lotti e Boschi, le calamità naturali. Ragioniamo di tutto, ma non di questo”.
(di Andrea Pinto) In questa frase c’è la sintesi della strategia del leader del Carroccio che vuole scongiurare a tutti i costi il ritorno del PD al governo. Un governo M5S, PD, Leu e altri, decreterebbe il fallimento della crisi di ferragosto innescata da Salvini. Strano ma vero, il Capitano non avrebbe previsto “l’inimmaginabile”, PD e M5S insieme. Quelle che sembravano voci di corridoio alla fine, con il passare dei giorni, sono diventate “orribili” realtà per la Lega. Di Maio, supportato da Grillo e Casaleggio fa capire che ormai la “frittata è fatta”, non si torna indietro. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte non vuole sentir parlare di Matteo Salvini, che a suo dire sarebbe un “traditore”. La verità la si conoscerà martedì 20 agosto quando al Senato parlerà Giuseppe Conte e a seguire ci sarà il voto sulla mozione di sfiducia al governo. Sicuramente al di là dell’esito delle votazioni della mozione Giuseppe Conte salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni e iniziare così ufficialmente la crisi di Governo con l’inizio delle consultazioni. Il presidente della Repubblica è rientrato in anticipo dalla breve vacanza a La Maddalena e ha fatto sapere che ora pretende chiarezza e soluzioni politiche accettabili, credibili e di lungo respiro, in alternativa ci saranno le urne, probabilmente il 27 ottobre.
Ieri non poteva mancare all’appello degli insulti via social a Salvini, anche quello di Saviano: “Il destino di Salvini è il carcere, e questo lo sta capendo anche lui; basterà che si spengano le luci“. La risposta del ministro dell’Interno su Facebook è: “II signor Saviano mi vuole vedere in galera. Che faccio amici, gli do retta e mi dimetto o tengo duro”. Nelle prime quattro ore i commenti sono stati quasi 27 mila, una media di oltre uno al minuto.
“La strategia, spiega un leghista, è quella di chiudere ogni contatto e concentrarsi. L’obiettivo, quello di stanare tutti quanti: un classico di Matteo, lui non parla, gli altri rosolano nel dubbio e fanno fughe in avanti”.
Sulle critiche interne alla Lega del momento scelto per la crisi, così Matteo Salvini avrebbe detto: “Se lo avessi fatto prima avrei dato agli inciucisti il tempo per organizzarsi. Se non lo avessi fatto in agosto, forse oggi avremmo già un governo diverso, il governo horror”.
Il problema è che molti leghisti si sentono sotto scacco. La nascita di un governo giallo rosso sarebbe comunque non di breve durata. Il PD, scrive Cremonesi sul Corriere della Sera, mirerebbe ad eleggere il Capo dello Stato nel 2022 e cambiare la legge elettorale (sistema proporzionale) per ostacolare l’avanzata delle Lega che con l’attuale sistema (con premio di maggioranza) sarebbe avvantaggiata nell’occupare i due terzi di entrambe le Aule parlamentari, uno strapotere mai avuto prima nella storia repubblicana italiana.
La parola fine a questa “soap opera” di ferragosto la potrebbe mettere il presidente della Repubblica Sergio #Mattarella che considerati i suoi legami con gli Usa potrebbe protendere per elezioni anticipate ad ottobre per mandare all’opposizione il Movimento, poco gradito agli americani per aver favorito i rapporti dell’Italia con la Cina (via della Seta) e per aver ostacolato tanti programmi industriali militari, tipo l’F-35. Il ministro Trenta tardò addirittura il pagamento di una rata per velivoli già avuti pari a 389 milioni di euro, sollevando il risentimento degli Usa e dello stesso Presidente della Repubblica.
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ospite di “Circo Massimo”, su Radio Capital ad aprile scorso, aveva anche detto che il programma F35 “sarebbe stato rivisto, ma le modalità per la revisione e le condizioni saranno trattate direttamente da Conte insieme a Trump. Ridimensionato? Può significare cambiare ritmo, acquisizione, o acquistarne di meno“.
L’8 agosto scorso, in piena crisi di Governo, il sottosegretario alla Difesa, on. Volpi Raffaele così commentava la linea dei 5Stelle sull’F-35: “è sviluppo tecnologico-militare e rafforzamento del legame euro-atlantico. Ritengo, precisa Volpi, che gli F35 non siano solo uno strumento militare ma anche una forma di ancoraggio, anche di prospettiva, ad un’alleanza storica con gli Stati Uniti. Da un punto di vista industriale scelte positive verso la nuova piattaforma omnifunzionale consentirebbero di rafforzare ed aumentare le opportunità produttive di Cameri e individuare ulteriori sviluppi industriali e tecnologici da portare in Italia. La vicenda F35 non deve essere vissuta come un problema ma come una grande opportunità politica e di sviluppo“.