(di Massimiliano D’Elia) Marzio Breda sul Corriere della Sera parla del silenzio del Quirinale sulla complicata crisi politica italiana. Un silenzio dettato dalla situazione ancora molto fluida, dove le compagini politiche stanno cercando di fare la quadra su eventuali maggioranze alternative per evitare di andare alle elezioni anticipate già in autunno e dare su un piatto d’argento il Governo al centrodestra. Salvini ieri ha fatto aperture sulla coalizione con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Nel frattempo la battaglia sui social è infuocata, centinaia le fotografie che ritraggono Di Maio e Renzi insieme, grillini e piddini in viaggio nella stessa auto sorridenti. Tante le immagini che rendono il confronto davvero stucchevole.
In questo ferragosto infuocato e non solo per il record delle temperature, il capo dello Stato naturalmente non interviene, come pure da più parti gli è stato chiesto. Rimane in silenzio perchè i negoziati fra i partiti sono in corso tra infinite variabili e di tutto questo lui si occuperà soltanto dopo aver sentito lo svolgimento del dibattito parlamentare per la sfiducia al premier Giuseppe Conte. Sarà infatti, scrive Breda, il passaggio attraverso il quale verificherà in concreto — proprio aritmeticamente — l’esistenza dell’inedita maggioranza .
Beppe Grillo e Matteo Renzi, così distanti un tempo, ora amoreggiano: l’eventuale coalizione M5S-PD, non potrebbe esprimerebbe un esecutivo credibile, agli occhi del presidente, se nascesse esclusivamente «contro» qualcosa e non «per» qualcosa. Bisogna dunque che possegga, oltre agli indispensabili numeri in Parlamento, quella che andrebbe definita una «identità di governo», precisa Breda. Ci vuole, insomma, un programma, per quanto limitato, e un orizzonte temporale coerente con esso. Sulla compatibilità di questi due aspetti dovrà risultare un credibile comune denominatore, altrimenti il Paese rischierebbe di scansare le urne d’autunno solo per essere proiettato in un’altra stagione di instabilità destinata anch’essa al fallimento.
L’unica soluzione se davvero si rispettano gli italiani è andare alle urne subito senza cercare di creare soluzioni di Palazzo “ridicole” e non credibili.
Le contestazioni per certi versi “violente” di Catania contro Salvini sono un presagio di quello che potrebbe accadere semmai si proponesse un “inciucio” di palazzo. Troppo l’odio fomentato sui social, le gente comune “ahimè” è troppo condizionabile dai tartassamenti via social “studiati” a tavolino.
Alla fine poi si scoprirà come nelle precedenti elezioni politiche che Troll russi hanno condizionato via social le decisioni degli italiani.