Crosetto: “Con il 2% del PIL nella Difesa garantiremo la sicurezza anche in Africa”. Rutte: “spese Difesa oltre il 2% del Pil”

di Emanuela Ricci

Il Governo italiano si prepara ad affrontare nuove sfide, sia sul fronte interno che internazionale. Crosetto e Meloni stanno cercando di posizionare l’Italia come un player strategico capace di influenzare le decisioni europee e di costruire ponti con i nuovi equilibri globali. Tuttavia, il dibattito resta aperto su come il Paese potrà conciliare le richieste dell’UE con le aspettative di Washington, soprattutto in un momento in cui l’Europa cerca un antidoto alla sua divisione interna.

Mentre si attendono i prossimi sviluppi, una cosa è certa: l’Italia sta cercando di rafforzare il proprio ruolo non solo come “cerniera” tra due mondi, ma come protagonista attiva capace di navigare tra le sfide di un ordine mondiale in evoluzione.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha delineato in audizione alla Commissione Esteri del Senato il nuovo Documento programmatico pluriennale – DPP – per il triennio 2024-2026, che segna un importante potenziamento delle capacità militari italiane. Con un investimento pari al 2% del PIL, l’Italia mira a rafforzare la propria posizione nel contesto geopolitico internazionale, contribuendo non solo alla difesa nazionale, ma anche alla sicurezza in aree strategiche come il continente africano. “È una necessità, non una scelta“, ha dichiarato Crosetto, facendo riferimento agli impegni del Paese in uno scenario globale sempre più instabile.

Il ministro ha posto l’accento sull’innovazione tecnologica come motore della trasformazione del comparto Difesa, evidenziando la necessità di velocizzare i tempi di approvvigionamento: “Attendere 18 mesi per un sistema missilistico è troppo“. Gli investimenti previsti, ha sottolineato, non sono solo mirati al potenziamento degli armamenti, ma rappresentano anche uno stimolo significativo per l’economia: “Ogni euro investito in questo comparto genera due euro in valore aggiunto“, ha affermato, ribadendo l’importanza di un approccio che coniughi sicurezza e sviluppo economico.

Futuro militare e sicurezza cibernetica

Tra i pilastri del nuovo piano finanziario della Difesa, Crosetto ha citato la necessità di potenziare il capitale umano, rinnovare gli strumenti tecnologici a disposizione delle forze armate, e sviluppare competenze avanzate nei settori emergenti come l’Intelligenza Artificiale e il quantum computing. Un focus particolare è stato dedicato alla sicurezza cibernetica e alla protezione delle infrastrutture satellitari critiche, sia civili che militari. “Non avere un data center significa non avere una miniera“, ha spiegato Crosetto, indicando l’importanza di possedere dati su cui lavorare per mantenere la sovranità digitale del Paese.

Il ministro ha inoltre accennato alla cooperazione internazionale nello Spazio, ambito in cui l’Italia intende rafforzare la sua presenza per non perdere terreno rispetto alle iniziative private, come quelle guidate da Elon Musk. A tal proposito, è stato approvato dal Consiglio dei ministri un disegno di legge che vede la Difesa come protagonista nella protezione dei sistemi spaziali nazionali.

Meloni tra Europa e America

Parallelamente, Giorgia Meloni si è trovata al centro di una delicata partita diplomatica durante il vertice della Comunità politica europea a Budapest. La premier italiana, definita da alcuni come la “donna ponte” tra l’Europa e il nuovo corso degli Stati Uniti sotto Trump, ha avuto incontri chiave con diversi leader europei e due telefonate strategiche: una con il nuovo presidente degli Stati Uniti e un’altra con Elon Musk, il cui impero satellitare Starlink è considerato cruciale per la sicurezza delle comunicazioni a livello globale.

In una Europa divisa tra chi spinge per un rafforzamento della propria autonomia strategica e chi preferisce mantenere saldi i legami con Washington, Meloni sta cercando di posizionare l’Italia come interlocutore privilegiato, capace di dialogare sia con gli Stati Uniti sia con i partner europei. La sua partecipazione al summit di Budapest ha messo in luce questa strategia, con la premier seduta accanto al primo ministro ungherese Viktor Orbán e al premier albanese Edi Rama, durante il vertice sull’immigrazione. Orbán ha ribadito il suo approccio duro sui migranti, sostenendo che “Roma è come Budapest: il governo decide, ma poi la Corte europea scassa”.

Trump, Musk e il nuovo ordine mondiale

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha scosso le certezze dell’Europa, con diversi leader che temono un disimpegno americano dalle questioni europee. Orbán ha già sottolineato che “dopo le elezioni americane, molto cambierà“, mettendo in discussione i 50 miliardi di euro destinati all’Ucraina. In risposta, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha smentito che la maggioranza dei Paesi europei sia favorevole a una tregua con la Russia, ribadendo la necessità di un sostegno continuativo.

La tensione tra chi vorrebbe un’Europa più autonoma e chi teme l’isolamento è evidente. Macron ha invocato una Europa “onnivora” pronta a difendersi dai “carnivori” globali, mentre il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha lanciato un appello per un incremento delle spese in difesa oltre il 2% del PIL, anticipando che sarà necessario per finanziare i nuovi piani regionali dell’Alleanza.

Immagine generata con IA

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