Crosetto: “L’Italia potrebbe aderire a una missione multinazionale per l’Ucraina”

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha aperto alla possibilità di una partecipazione italiana a una missione internazionale in Ucraina, evidenziando che l’unica soluzione possibile per stabilizzare il conflitto sia l’intervento dell’ONU o di una forza multinazionale. “Dopo mesi in cui lo ripeto, finalmente si è preso atto che questa è l’unica strada percorribile“, ha dichiarato Crosetto in un’intervista a Repubblica.

Il ministro ha sottolineato che la missione non dovrebbe essere esclusivamente occidentale e che anche la Cina ha mostrato un certo grado di apertura alla proposta italiana. “L’ONU può fornire un quadro giuridico di riferimento, anche senza essere direttamente coinvolta con una missione in senso stretto“, ha aggiunto. Tuttavia, ha precisato che i dettagli operativi dovranno essere stabiliti solo dopo un accordo di pace e che la decisione finale spetterà al Parlamento. “Le condizioni operative dovranno essere scritte nero su bianco nell’accordo e rese poi effettive in fase di attuazione“, ha spiegato Crosetto, ribadendo che l’Italia potrebbe essere coinvolta nel terzo livello di interposizione insieme ai partner europei “volenterosi”.

Sul fronte della sicurezza nazionale, Crosetto ha affermato che il governo ha già pronto un piano per rafforzare le forze armate, che prevede l’aumento del numero di militari e il miglioramento delle infrastrutture e dell’addestramento. “Dobbiamo prepararci agli scenari peggiori, incluse minacce cibernetiche. Il nostro piano richiederà 8-10 anni per essere completato“, ha spiegato il ministro. Questo programma include una revisione delle risorse disponibili, la correzione delle criticità emerse negli ultimi anni e l’adeguamento della capacità difensiva del Paese alle nuove minacce globali.

Uno dei punti salienti del piano riguarda l’integrazione dei carabinieri nelle operazioni militari in caso di conflitto. “Se necessario, una parte dell’Arma potrà essere impiegata come forza aggiuntiva nelle forze armate“, ha spiegato Crosetto. Inoltre, l’Italia sta lavorando per adeguare la spesa militare agli standard richiesti dalla NATO, con la prospettiva di raggiungere il 2% del PIL e, potenzialmente, anche di aumentarla oltre tale soglia se richiesto dai partner dell’Alleanza Atlantica. “Al prossimo vertice NATO di giugno, potrebbe esserci la richiesta di portare l’asticella al 3,5%, come proposto dal premier olandese Rutte, mentre Trump potrebbe chiedere addirittura il 5%”, ha detto il ministro, sottolineando che gli Stati Uniti stanno riducendo la loro presenza militare in Europa per concentrarsi sulla regione indo-pacifica.

Crosetto ha anche parlato della difesa comune europea, affermando che non sarebbe necessaria una forza armata unificata se si seguisse il modello della NATO. “Basterebbe creare un comando unico sovrapposto a quello dell’Alleanza”, ha suggerito. Secondo il ministro, l’efficacia dell’apparato NATO può essere replicata su scala europea senza la necessità di istituire un esercito comune, evitando così complicazioni politiche e burocratiche.

Infine, il ministro ha condiviso alcune riflessioni sul servizio militare obbligatorio, ricordando episodi personali e sottolineando come la “naja” potesse rappresentare un’opportunità di formazione per molti giovani.

Sul fronte tecnologico, Crosetto ha espresso perplessità riguardo alle auto elettriche e ha ribadito la sua preferenza per i motori tradizionali alimentati con carburanti ecologici sviluppati dall’Eni. Inoltre, ha parlato della possibile collaborazione tra il governo italiano e Starlink per potenziare le infrastrutture di comunicazione, precisando che la discussione si è temporaneamente interrotta a causa delle recenti controversie su Elon Musk. “Quando le polemiche si saranno placate, valuteremo il tema con un approccio tecnico e pragmatico”, ha affermato.

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