(di Francesco Matera) L’Italia si è schierata con l’Ucraina senza se e senza ma, a testimoniarlo il recente viaggio del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni a Kiev. Giorni fa il ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani hanno fatto trapelare la notizia che la brigata russa Wagner dalla Libia potrebbe gestire i rubinetti che regolano il flusso dei migranti, assiepati nei campi della zona est del Paese nordafricano. A conclamare la notizia il report dei nostri apparati di sicurezza che hanno evidenziato il pericolo di un esodo di migranti senza precedenti, sarebbero circa 700 mila le persone pronte a partire dalla Libia ed altrettante altre da Tunisia ed Algeria.
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Le velate accuse rese pubbliche da Crosetto e Tajani hanno irritato e non poco i russi tant’è che ieri il quotidiano Il Foglio ha raccontato che i nostri 007 avrebbero informato, la scorsa settimana, il ministro della Difesa, Guido Crosetto che la brigata di mercenari russa Wagner avrebbe messo una taglia di 15 milioni di dollari sulla sua testa. La taglia sarebbe stata decisa dall’ex presidente Dimitri Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.
Medeved, tra l’altro, non è nuovo ad esternazioni piccate verso il nostro Paese e agli esponenti del governo in carica. A gennaio aveva dato del cretino sempre a Crosetto per alcune dichiarazioni sulla necessità di inviare armi a Kiev: “Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere in Europa, un certo ministro della Difesa di una certa Italia, ha definito la fornitura di veicoli corazzati e altre armi all’Ucraina una prevenzione della terza guerra mondiale. Un raro eccentrico”.
Non solo Medeved ma anche il capo della Wagner, Evgeni Prigozhin, ha insultato il ministro Crosetto per le accuse al suo gruppo di interferire, ovvero gestire i flussi migratori dall’Africa verso l’Italia.
Tornando alla questione della taglia, secondo l’intelligence nostrana le minacce verbali trovano, per ora, riscontro solo sulla carta stampata moscovita e non su evidenze informative di intelligence.
Lo stesso Crosetto su twitter ha cercato di stemperare i toni: “Sono assolutamente tranquillo. Lo voglio ribadire per non alimentare un ulteriore, inutile, motivo di scontro: non mi sento minacciato e sono certo che non ci siano taglie o altro, su di me. Se ci fossero stati rischi o minacce reali di tale gravità, ne sarei certamente stato informato e non è mai accaduto. “Penso – si legge in un altro post – che quello che è uscito su vari siti sia uno dei tanti allarmi che giungono ogni giorno, da fonti disparate, che le nostre autorità a ciò preposte, verificano e spesso archiviano. Sono certo che nessuno andrà mai oltre i beceri insulti“. In un altro tweet Crosetto afferma che “ogni giorno girano informazioni, più o meno verosimili, più o meno piacevoli, che spetta a chi di dovere, chi si occupa della sicurezza della Repubblica, verificare, approfondire e, se necessario, contrastare. Bastano loro. Parlarne pubblicamente non serve e non aiuta nessuno”.
Il gruppo Wagner apparentemente è privato ma prende ordini direttamente dal Gru, l’intelligence militare russa. Il Foglio sostiene che la Wagner abbia almeno due cellule in Europa: una nei Balcani, che si muove fra la Serbia e l’Albania, l’altra nei paesi Baltici con sede in Estonia. Sempre il Foglio ipotizza che una pattuglia di pochi uomini potrebbe staccarsi da una delle due cellule europee per compiere azioni mirate in Italia.
Il Copasir – Comitato per la sicurezza della Repubblica – vuole vederci chiaro e ha chiesto un chiarimento all’esecutivo sulla reale concretezza di questa intimidazione e la natura effettiva della minaccia arrivata da Mosca.