(Alessandro Rugolo) Uno dei business del momento sembra essere l’investimento in cryptocurrency.
Le più conosciute sono Bitcoin, Ripple, Ethereum, Litecoin e altre circa 700 tipologie di moneta digitale, tra queste ultime ve n’è anche una chiamata Youbit, di proprietà della Yapian, una società del Sud Corea. Nell’ultimo anno sembra che i Sudcoreani si siano scoperti appassionati di cryptocurrency, ma allo stesso tempo hanno scoperto quanto poco sicuro sia investire in qualcosa di così effimero come lo Youbit.
Infatti la società Yapian è stata oggetto di due attacchi hacker nel giro dello stesso anno, che l’hanno portata alla bancarotta!
Ed ecco che ancora una volta si scopre che il cattivo è quello stato canaglia della Corea del Nord!
Ancora una volta perchè sembra che la Corea del Nord abbia i più agguerriti hacker presenti sul mercato, almeno a sentire le dichiarazioni degli analisti americani.
La notizia è subito ripresa con enfasi da tutti.
Ma cosa ci dicono le evidenze?
Di fronte alle dichiarazioni roboanti delle principali testate giornalistiche non occorrono evidenze!
Eppure basterebbe guardare ciò che sta accadendo per avere, quanto meno, un minimo di ragionevole dubbio!
E allora proviamo noi a dare uno sguardo a ciò che accade nel mondo intorno alle cryptocurrency, alle possibilità di furti e al valore sul mercato.
Credo che anche al più distratto uomo della strada sia difficilmente sfuggito il fatto che i Bitcoin, la più nota tra diverse centinaia di monete digitali, nell’ultimo periodo abbia avuto una enorme crescita di valore creando, magari senza volerlo, un certo numero di nuovi ricchi anche tra investitori della domenica.
Poteva mai essere?
No. Ed infatti nell’ultimo periodo, se è vero che il Bitcoin ha raggiunto cifre esorbitanti superando i 18.000 $ di controvalore, è anche vero che i furti di cryptovaluta sono aumentati.
Ma vediamo i fatti:
– il 20 dicembre ultimo scorso gli hacker (Nordcoreani?) hanno colpito la società Yapian;
– il 21 dicembre gli USA hanno accusato la Corea del Nord dell’attacco hacker, almeno così sostiene il “the Wall Street Journal”.
Qualche giorno prima, il 6 dicembre per la precisione, un furto di Bitcoin è stato perpetrato ai danni di NiceHash, un mercato elettronico di emissione e vendita di cryptocurrency con base in Slovenia, che ha dichiarato di aver subito un attacco hacker con il quale sono stati sottratti 4.700 bitcoin dei propri clienti per un valore di circa 62 milioni di Euro (su The Indipendent si parla di circa 64 miliardi di dollari ma andando alla fonte si capisce che si tratta di un errore).
A novembre, nella notte del 20, un altro furto ai danni questa volta di Tether, un mercato di cryptocurrency con base ad Hong Kong e Stati Uniti. Questa volta il furto ammonta a circa 30 milioni di dollari di controvalore.
Sempre nel mese di novembre è emerso che alcuni bug nei cryptowallet (portafogli per cryptocurrency) emessi dalla Parity (società con base a Londra che si occupa di scambio di Ethereum) hanno provocato il “congelamento” di circa 280 milioni di dollari.
Se si prosegue nella analisi a ritroso si potrà notare un preoccupante crescente numero di attacchi nei confronti delle cryptocurrency e di tutto ciò che vi ruota attorno e la cosa appare essere normale data lo sviluppo enorme del settore.
Ma allora cosa dobbiamo fare per il futuro? Si può investire con ragionevole certezza in cryptocurrency? Questa è la domanda che un po tutti cominciano
Probabilmente la risposta giusta non esiste.
Per quanto mi riguarda credo che gli attacchi continueranno ad esserci e saranno sempre più frequenti e non è detto che siano opera dei “cattivi” hacker del Nord Corea.
Forse, quelli che emergono sono solo una parte della guerra finanziaria che si sta combattendo tra mondo reale e cryptocurrency (e tra cryptocurrency e cryptocurrency!) una guerra in cui, come al solito vi saranno danni collaterali ad oggi non prevedibili.