(di Giovanni Calcerano) Due diversi esperimenti, condotti rispettivamente in Italia e negli Stati Uniti e pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, si sono dimostrati efficaci per trattare differenti forme di tumore nei topi. Entrambe le ricerche hanno utilizzato una combinazione di farmaci in sinergia, alcuni dei quali già approvati per l’uso sull’uomo.
Lo studio italiano ha utilizzato, su topi infettati con una forma di linfoma umano, un mix basato sull’antibiotico tigeciclina, usato solitamente per il trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli, ed il farmaco antitumorale venetoclax, indicato per la leucemia linfatica cronica “In cavie di laboratorio trapiantate con linfomi double-hit umani ” – annunciano i ricercatori guidati da Bruno Amati, direttore di divisione al Dipartimento di oncologia sperimentale Ieo – ” la progressione del tumore si arresta e in alcuni casi si ottiene la piena eliminazione”.
“L’idea di associare i due farmaci per trovare una cura per i linfomi double-hit ” – spiega Amati – “nasce dai nostri studi decennali sulle diverse funzioni del gene Myc, fondamentale nell’origine e nello sviluppo di diversi tipi di tumore. In un precedente lavoro abbiamo scoperto che l’attivazione del Myc sensibilizza le cellule tumorali al trattamento con antibiotici, che in queste condizioni favoriscono l’apoptosi, cioè il suicidio delle cellule cancerose”.
Un altro vaccino contro il cancro è stato invece sperimentato negli Stati Uniti presso la Stanford University School of Medicine da un team di studio guidato da Ronald Levy. Il trattamento, che prevede l’iniezione di due agenti immunostimolanti all’interno dei tumori solidi, funziona per molti tipi di cancro differenti, compresi quelli che si sviluppano spontaneamente.
“Il nostro approccio utilizza una unica applicazione di piccolissime quantità di due agenti per stimolare le cellule immunitarie direttamente all’interno del tumore stesso“, ha detto Levy. “Nei topi, abbiamo notato effetti sorprendenti su tutto il corpo, inclusa l’eliminazione totale dei tumori”
La combinazione “vincente” si è rivelata quella che include una piccola sequenza di DNA chiamata CpG e un anticorpo che si lega al recettore OX40 dei linfociti T (cellule fondamentali nella risposta immunitaria specifica). Il mix delle due molecole stimola il sistema immunitario e si è dimostrato in grado di eliminare rapidamente le cellule malate non solo nella sede primaria della lesione, ma anche in quelle secondarie: ha agito cioè sia sul cancro principale, sia sulle metastasi.
Inoltre, nello studio sui topi, i ricercatori hanno scoperto che il trattamento del tumore tende a prevenire anche il verificarsi di futuri tumori. Il trattamento di un sito cancerogeno ha inoltre causato la regressione sia del tumore trattato che di un secondo tumore non trattato.
Dopo il promettente esito del trattamento nei topi, lo scorso mese è stato avviato uno studio clinico per testare l’efficacia del trattamento in pazienti umani con linfoma di basso grado, un tipo di tumore che parte dalle cellule del sistema immunitario che combattono le infezioni, note come linfociti. Si prevede che il trial sarà condotto su circa 15 pazienti.
In caso di successo, i ricercatori pensano che il trattamento potrebbe essere utile per la terapia di molti tipi di tumore. Secondo Levy, in futuro i medici somministreranno i due agenti nei tumori solidi nei pazienti prima di rimuovere chirurgicamente il cancro per prevenire metastasi o recidive.
La strada per trasformare questi risultati in cure è comunque ancora lontana, sia per la sperimentazione italiana che per quella americana, ma sicuramente ci troviamo di fronte ad un passo in avanti delle terapie molto incoraggiante.