(di Nicola Simonetti) Gli scienziati seri hanno sempre ragione. L’edizione 2019 del Bloomberg Healthiest Country Index (classifica 169 Paesi in base ai fattori che contribuiscono a determinare la salute generale della popolazione) decreta che la Spagna supera l’Italia e si insedia al primo posto della classifica dei Paesi più sani del mondo, lasciandoci – bontà sua – la seconda piazza. Minacciano di scalzarci dal secondo posto Islanda (ora al terzo posto), Svizzera (quinta), Svezia (sesta) e Norvegia (nona).
L’allarme era stato appena lanciato dal prezioso libro del prof. Walter Ricciardi, ordinario di igiene nell’università cattolica di Roma e già presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, presidente Word Federation of Public Health (“La battaglia per la salute” – Laterza ed. – pag.104 –euro 12) nel quale, documentandolo, lo scienziato dice testualmente che “la crisi del Servizio Sanitario Nazionale è già iniziata ed ha fatto le prime vittime”.
Gli spagnoli si apprestano, anche, a diventare – lo dimostra l’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington – il paese più longevo in Europa e secondo al mondo dopo il Giappone, con prevedibile sorpasso (sfiorerà 85,6 anni), entro il 2040, grazie al modello di vita ed all’alimentazione (mediterranea).
”Attenzione – diceva Ricciardi – siamo quasi fuori tempo massimo. Il baratro si avvicina. La recessione, la riduzione del PIL, l’incremento delle povertà assolute ci penalizzano ed è lecito dubitare che “ci saranno le risorse per il SSN”.
Perché la Spagna, invece, avanza? Sistema di salute e buona alimentazione, il segreto. Il rapporto dice che “le cure di base sono essenzialmente fornite da servizi pubblici, medici di famiglia specializzati ed infermieri ed ausiliari che forniscono servizi preventivi ma anche cure intensive o di lunga durata a bambini, donne ed anziani. Questo ha fatto registrare, negli ultimi dieci anni, un riduzione di malattie cardiovascolari e di morti dovute al cancro”.
Merito del consumo di gazpacho e della paella? In parte, sì ma nel contesto del regime Mediterraneo autentico nel quale, tra l’altro, l’olio extravergine di oliva o noci (ma anche legumi, verdure, cereali integrali, frutta ed esercizio fisico) sono punti di riferimento primari.
Il prof Ricciardi, per quanto riguarda l’Italia, puntava il dito (ancor prima del Bloomberg Healthiest Country Index) contro “una politica inadeguata a gestire la complessità della sanità, un elevato grado di corruzione e frode (tasso medio 5,19% con danno presumibile di 6 miliardi euro per anno), capitale umano non valorizzato che potrebbe emigrare, mancata risposta alla crisi economica, lottizzazione politica nella scelta del management, eccesso di dirigismo e conseguenti decisioni poco adatte alle esigenze reali… Colpe anche dei medici, a volte poco competenti e, comunque, non aggiornati (dopo la laurea, nessun procedimento per il rinnovo dell’abilitazione all’esercizio; il prescritto adeguamento della preparazione si è trasformato in business e non strumento di controllo) che di per sé, oltre al rischio salute per i cittadini è aggravio di spesa per il SSN. Colpe addebitabili anche ai cittadini per mancata adozione di norme di prevenzione, di non aderenza agli screening (specie al Sud dove, peraltro, non organizzati bene o funzionanti sulla carta), abuso di alcol e sostanze di consumo, sovrappeso/obesità, sedentarietà, tabacco. E, soprattutto, ignoranza (siamo i più ignoranti d’Europa riguardo alla dimensione reale di fenomeni).