Decreto Rilancio, emblema della burocrazia, la ricetta di Alfano : “Riformare i regolamenti parlamentari”

E’ di oggi l’intervista su  Metropolis Quotidiano  del già onorevole, Gioacchino Alfano, sul Decreto Rilancio che ad oggi ancora non può trovare pratica attuazione per via dei numerosi legacci burocratici previsti dai Regolamenti Parlamentari. Alfano sottolinea che partiti e rappresentanti delle diverse categorie non si confrontano e non dibattono sui provvedimenti prima che questi approdino in Parlamento. Occorre porre rimedio.

I record negativi del Dl Rilancio ci obbligano a porre rimedio ad una questione fondamentale. È ora di riformare i Regolamenti Parlamentari”. Così Gioacchino Alfano, leader di Alleanza per i Territori, che in queste ore sta promuovendo l’iniziativa su una riforma necessaria ed urgente. La battaglia è già stata sposata da numerosi onorevoli tra Camera e Senato. “Scritti ai tempi della Costituzione – ha spiegato Alfano – i Regolamenti Parlamentari sono stati ritoccati poche volte. Possono essere percepiti come qualcosa di marginale e di tecnico ma in realtà sono anch’essi pilastri della nostra democrazia. Purtroppo, però, sono documenti antichi e non più attuali”.

Il casus belli consta, come già accennato, nel Dl Rilancio che contiene oltre 620 rimandi ad altri testi di legge, il rinvio a 103 provvedimenti attuativi e 18 forme di coinvolgimento. E la lista dei record negativi del Dl Rilancio potrebbe continuare ancora. Si tratta di una denuncia-segnalazione riportata da molti quotidiani quella riguardante la maxi manovra per risollevare il Paese Italia dalla crisi economico-finanziaria che sta seguendo l’emergenza sanitaria legata al coronavirus (Covid-19). “Il problema – ha continuato il leader di Alleanza per i Territori – è che si è completamente persa la funzione pre-parlamentare. I partiti e i rappresentanti delle diverse categorie non si confrontano e non dibattono sui provvedimenti prima che questi approdino in Parlamento. Quando ciò accade non c’è una sintesi su cui possono mettersi al lavoro gli onorevoli, il tempo in aula per discutere è ridotto e si è costretti a rinviare continuamente verso altri provvedimenti. Il rinvio diventa così la soluzione ad un difetto della democrazia”.

Il problema centrale è, nel caso del Dl Rilancio, il rimando a più di 600 altre norme, a necessità di più di 100 provvedimenti attuativi, agli intrecci con altri provvedimenti pendenti in Parlamento. Basti pensare che per attuare il Dl Rilancio ci sarà bisogno di 71 Decreti ministeriali e di 26 atti di altra natura statale. Cosa ancor più preoccupante è che tra le anomalie del testo ci sono ben 18 forme di coinvolgimento, ovvero accordi, pareri ed intese da demandare al Garante per la Privacy, alla Conferenza Stato-Regioni, alla Conferenza Stato-Città, alla Conferenza Unificata e addirittura alla Conferenza nazionale dei Rettori. Non è finita. Bisognerà attendere anche la dichiarazione di compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato e della Commissione europea.

Con la riforma dei Regolamenti Parlamentari – ha affermato Gioacchino Alfano – ci si riapproprierebbe del ruolo che spetta ai rappresentanti dei delegati del popolo. Bisogna ricostruire i luoghi dove si sintetizzano le questioni prima che esse arrivino alla Camera ed al Senato. Uno dei fautori di questa battaglia è l’onorevole Elio Vito, grande napoletano e grande studioso, che ha da sempre discusso della necessità di riformare i Regolamenti. Adesso è ora di accelerare e di farlo tenendo conto delle nuove metodologie che questa pandemia ci ha dato la possibilità di rivalutare o di valutare sotto un profilo diverso. Lancio pertanto un’iniziativa – conclude Gioacchino Alfano – una riforma dei Regolamenti Parlamentari che consideri quali luoghi accreditati a dibattiti, discussioni e conclusioni pre-aula le web conference, la rete, il digitale”.

 

Decreto Rilancio, emblema della burocrazia, la ricetta di Alfano : “Riformare i regolamenti parlamentari”