Mezzogiorno di fuoco al Senato. Sul decreto sicurezza bis si scopriranno le carte e molto probabilmente si andrà al voto di fiducia.
1.240 sono gli emendamenti del decreto da discutere e votare in commissione ma non c’è tempo perché lo stesso deve essere convertito in legge prima che i lavori parlamentare cessino per la pausa estiva di 38 giorni. Nel Movimento c’è aria di tempesta sia per il Tav sia per il decreto sicurezza bis che in molti proprio non digeriscono. Con una maggioranza risicata al Senato ogni voto è prezioso. Ai cinque senatori pentastellati che avevano già manifestato le loro perplessità, lasciando capire di essere pronti a non votare la fiducia, se ne sarebbero aggiunti altri due o tre, scrive Luciano Fontana sul Corriere della Sera.
Considerati i senatori a vita i seggi in Aula sono 321, con un quorum fermo a 161. La maggioranza conta circa 165 voti, pochi anzi pochissimi considerate le tante assenze di senatori oramai quasi tutti già sotto l’ombrellone.
In soccorso della maggioranza (della Lega in particolare) potrebbero correre tre senatori della SudtirolerVolkspartei, due del Maie, il movimento degli eletti all’estero e due senatori espulsi dal M5S, Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, iscritti al gruppo misto, e che finora non hanno mai fatto mancare il loro sostegno al governo in caso di fiducia.
Poi ci sarebbero alcuni senatori di Forza Italia vicini al governatore della Liguria Giovanni Toti, e quindi a Salvini che potrebbero lasciare l’Aula in modo da abbassare il quorum. Forza Italia tramite Anna Maria Bernini ha detto: “Noi condividiamo quasi tutto del decreto sicurezza ma servono più risorse per le forze dell’ordine“.
Fratelli d’Italia non lascerà l’Aula ma andrà verso l’astensione, tuttavia sostiene il capogruppo Luca Ciriani: “ il provvedimento troverebbe sicuramente i nostri voti se non andasse al voto di fiducia in Aula“. Fratelli d’Italia vuole che il governo cada per tornare quanto prima alle urne per capitalizzare il 6,2 per cento degli ultimi sondaggi.