Decreto Sicurezza bis, non ci sono i numeri. Stasera la fiducia con maggioranza in bilico

L’obiettivo di M5s e Lega e’ arrivare a ‘quota 158′ sul voto di questa sera sulla fiducia al dl Sicurezza bis: sotto la soglia dei 161 voti necessari quando ci sara’ bisogno di una maggioranza assoluta, ma asticella sufficiente per far si’ che non arrivi alcun terremoto ferragostano nell’ultima settimana di lavori parlamentari. M5s ha recuperato il voto di Airola (“non faccio cadere il governo su questo”), quello di Ciampolillo e si punta a far si’ che anche i senatori Giarrusso e Montevecchi, alla fine, convergano sul semaforo verde al provvedimento. Anche la Fattori, che in un primo momento aveva annunciato il suo no, dovrebbe uscire dall’Aula. Cosi’ come altri malpancisti come La Mura e Mantero. “Al massimo potrebbero essere quattro o cinque quelli che non voteranno”, spiegano fonti parlamentari pentastellate.

Il punto pero’ e’ che Salvini tiene alta la tensione. “Vedremo questa sera se ci sara’ una maggioranza”, spiega. Per poi attaccare sulla Tav: “Un voto contro l’opera e’ un atto grave contro il premier Conte”. La partita sulle mozioni si giochera’ mercoledi’: la Lega dara’ l’ok a tutte quelle a favore per la Torino-Lione, anche se nessuno ancora ha visto i documenti di Fdi e Fdi. Dara’ l’ok anche alla mozione del Pd e sicuramente ci saranno momenti di scontro tra le forze politiche che hanno contratto il programma di governo. Ma la mozione del Movimento 5 stelle e’ destinata ad essere bocciata. Con i pentastellati che chiuderanno li’ il ‘dossier’. Attaccando ovviamente il partito dell”inciucio’ sulla Tav ma prendendo atto che il Parlamento non e’ intenzionato a correggere la rotta indicata anche dal presidente del Consiglio. Questa mattina il voto sulle pregiudiziali sul dl Sicurezza bis si e’ tenuto a Palazzo Madama senza pathos, ne’ particolari scontri nell’emiciclo. Unico ministro presente in Aula quello per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, che ha posto la questione di fiducia. Presenti anche alcuni sottosegretari mentre tra i leader dei partiti si e’ appalesata solo la Meloni. Fdi si asterra’ questa sera mentre FI per non abbassare il quorum sara’ presente in Aula ma non partecipera’ al voto. Si attende quindi di sapere solo quali saranno i numeri della maggioranza ma non sono previste particolari sorprese. Nonostante gli appelli degli ex pentastellati, con De Falco e Nugnes, che chiedono ai senatori M5s di votare secondo coscienza e di non temporeggiare: “Chi esprime un malessere per un governo a trazione Salvini non puo’ comportarsi come FI uscendo dall’Aula”, il ragionamento. 

Nei gruppi M5s c’e’ la consapevolezza che il ministro dell’Interno stia giocando una partita per spaccare ancora di piu’ il Movimento. “Vuole annientarci, far si’ che a settembre sia M5s a creare le condizioni per una rottura del patto di governo”, il ‘refrain’, “ma noi andiamo avanti con la schiena dritta”. Parole pronunciate anche da Toninelli, anche se resta proprio il responsabile dei Trasporti e delle Infrastrutture nel mirino degli ‘ex lumbard’. Anche nella Lega si ammette che il vicepremier vuole far emergere tutte le contraddizioni interne a M5s e si ritiene che magari Di Maio a settembre possa ‘sacrificare’ Toninelli per mandare avanti il governo. Gli altri temi – dalla riforma della Giustizia all’autonomia (in settimana ci potrebbe essere un incontro tecnico”, dicono fonti parlamentari della Lega) – sono rinviati. L’unico fronte aperto sara’ la manovra, con il premier Conte (“sono ore cruciali”, ha sottolineato ieri) che oggi incontrera’ le parti sociali per parlare di welfare (lo stesso fara’ domani Salvini). “Ma siamo al 5 agosto, per adesso non c’e’ aria di crisi sotto l’ombrellone”, il leitmotiv di ‘big’ e ‘peones’ nella maggioranza. Fibrillazioni anche all’interno di Pd e FI. Nel partito democratico fa rumore l’assenza di Renzi che questa sera non votera’. “Ormai – afferma un esponente di primo piano del partito del Nazareno – non viene piu’ a votare nei momenti importanti”. In Forza Italia, invece, tiene banco la spaccatura emersa con i distinguo di Toti e Carfagna alla decisione di Berlusconi di nominare un direttorio per la fase precongressuale. La riunione di gruppo oggi e’ servita solo per definire la strategia da portare in Aula ma domani si replica e probabilmente si parlera’ anche della possibilita’ della costituzione di un gruppo parlamentare dei fedelissimi del governatore della regione Liguria. 

Agi

Decreto Sicurezza bis, non ci sono i numeri. Stasera la fiducia con maggioranza in bilico