(di Ammiraglio Giuseppe De Giorgi) Il mistero è durato una decina di giorni: un numero impressionante di dischetti di plastica si erano riversati in alcuni tratti di costa del mar Tirreno centrale, soprattutto nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano ed in quello laziale, tra Anzio e Fiumicino. Piccoli dischi bianchi della grandezza di una cialda da caffè con una grata all’interno. Il dilemma è stato poi risolto grazie al lavoro del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera che ha accertato un’altissima presenza di questi filtri nelle vicinanze di un impianto di depurazione nei pressi della foce del Sele. Si trattava per l’esattezza di “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue. Dal Sele finivano poi sul Tirreno e trasportati dalle correnti arrivavano alle coste della Campania e del Lazio fino ad arrivare addirittura sul litorale sud della Toscana. È stato così sequestrato dalla Capitaneria di Porto di Salerno, su input della Procura, l’impianto di depurazione di Capaccio-Paestum. I misteriosi dischetti di plastica erano proprio usciti da quell’impianto. Il sequestro serve da una parte ad evitare che possano esserci altre fuoriuscite e dall’altra a poter indagare l’origine dell’incidente.
«L’intervento tempestivo della magistratura e della Capitaneria di Porto, che hanno immediatamente messo sotto sequestro l’impianto di depurazione di Capaccio responsabile della fuoriuscita di centinaia di migliaia di filtri di plastica ha evitato ulteriori pericoli per l’ambiente – ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – chiedo adesso che siano appurate le responsabilità di un incidente così grave che avrebbe potuto provocare seri danni alla fauna marina e ai delicatissimi ecosistemi del nostro mare».
Nelle aree dove si sono maggiormente riversati questi filtri sono scattate le operazioni di ripulitura. Come nell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” di Ischia.
«Prima che le forti mareggiate di questi ultimi giorni restituiscano al mare tanta plastica, è importante ora andare a raccogliere i dischetti – ha detto Antonino Miccio, direttore dell’Area Marina Protetta – invitiamo inoltre i cittadini a continuare a segnalare le emergenze e le criticità attraverso il sito di Citizen Science dell’AMP (www.citizensciencerdn.org), uno strumento creato apposta per loro, per coinvolgerli nella cura del nostro territorio e che si è rivelato ancora una volta utilissimo».
Un caso simile si era verificato alcuni anni fa negli Usa: in quel caso i filtri erano arrivati da un impianto di trattamento di Hooksett che andò fuori servizio a causa delle forti piogge del 6 marzo 2011, scaricando milioni di dischetti di plastica e mille metri cubi di liquame.