(di Andrea Pinto) Autostrada della Pace e Aeroporto Internazionale, questi i due grandi progetti che erano alla base dell’accordo del 2008 tra Berlusconi e Gheddafi. Lo ha capito anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che è volato in Libia. L’occasione è ghiotta dal momento che con il cessate il fuoco, il generale Kalifa Haftar è stato messo all’angolo più remoto della scena politica e con lui anche la Francia che lo sosteneva. L’Italia ha invece sempre sostenuto il presidente del Governo di Accordo Nazionale Fayez al Serrai appoggiato dall’Onu. Ora che Haftar e la Francia sono fuori dai giochi sarebbe miope non sostenere un accordo che di fatto era stato sospeso solo dalla guerra. Il ministro degli Esteri, riporta il Corriere della Sera, è stato accompagnato dal sottosegretario Manlio Di Stefano, nominato a capo della Commissione italo-libica istituita per favorire le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi.
Sarebbero almeno cento le imprese italiane che hanno dovuto interrompere le loro attività in LIbia in seguito alla primavera araba. Di Maio vuole quindi riprendere la collaborazione facendo rientrare a pieno regime proprio quelle cento imprese, sperando anche di riuscire ad avere rassicurazioni sulla gestione della partenze dei migranti.
La Libia ha detto Di Maio è risultata nel 2019 il nostro secondo partner commerciale nel continente africano e il nostro primo fornitore. Nei primi due mesi del 2020, le nostre esportazioni sono aumentate del 32% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Sempre il Corriere riporta che al ministero dei trasporti stanno rivedendo i conti e al Tesoro si preparano agli stanziamenti in bilancio. Tante sono le imprese che vantano crediti per lavori iniziati e mai finiti per via della guerra. Parliamo di Eni, Leonardo, We Build e il Consorzio Aeneas. Mentre Telecom Italia Sparkle collabora con la Libyan International Telecom Co. (LITC) e garantisce i collegamenti tra i due Paesi grazie al cavo Tripoli-Mazara del Vallo.
Di Maio ha incontrato al Sarraj, il presidente del parlamento Saleh e il ministro degli Esteri libico Syala. A margine degli incontri istituzionali ha incontrato anche il capo della Noc, la National Oil Corporation del paese nordafricano, il cui partner principale è proprio l’italiana Eni.