Luigi Di Maio oggi ha comunicato ai suoi ministri e sottosegretari di voler fare un passo indietro. Un “timing” perfetto a quattro giorni dalle elezioni in Emilia Romagna e in Calabria. Spetterà a Vito Crimi, assumere le funzioni di reggente almeno fino agli stati generali del Movimento, in programma dal 13 al 13 marzo. Ma, scrive il Sole24Ore, non si esclude l’istituzione contemporanea di un “comitato dei saggi” che in questi due mesi sia incaricato di lavorare alla futura struttura del partito. La decisione di Di Maio, che ha consultato Beppe Grillo e Davide Casaleggio, è maturata dopo che altri due deputati sono passati al gruppo Misto, Nadia Aprile e Michele Nitti, che hanno tuonato contro la «deriva autoritaria del Movimento. Allo stesso tempo, nella Capitale, la sindaca Virginia Raggi andava in minoranza nell’Aula consiliare, dove ben dodici consiglieri pentastellati hanno votato con le opposizioni una mozione per sconfessare la scelta della giunta di aprire la nuova discarica di Roma a Monte Carnevale, nella Valle Galeria. Anche se una successiva riunione di maggioranza ha ribadito piena fiducia nella prima cittadina, l’incidente ha contribuito a consegnare l’immagine di un Movimento in frantumi, dai territori al nazionale. Trentuno i parlamentari persi dall’inizio della legislatura, 13 soltanto negli ultimi due mesi, tra espulsioni e addii spontanei. Altri potrebbero arrivarne già oggi: si parla di quattro deputati pronti a migrare nel Misto. È lì che l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, lavora al nuovo partito ambientalista Eco con la prospettiva di captare i 20 deputati necessari per costituire un gruppo autonomo.
Con l’addio di Di Maio probabilmente il Movimento giungerà dopo solo 10 anni alla sua fine politica. Toccherà poi raccogliere i cocci rimasti, quelli rimasti per provare a disegnare qualcosa di davvero credibile e attuabile.
Il vero nodo è quello di verificare la tenuta della maggioranza.