Parola d’ordine? ridiscutere i principali trattati Ue, per recuperare quote di sovranita’ nazionale. I rapporti con la Russia sarebbero, invece, un elemento comune in un ipotetico patto di governo fra Movimento 5 Stelle e Lega. I due partiti che hanno vinto le elezioni hanno sempre guardato con interesse, in questi anni, alla leadership di Vladimir Putin. Lasciando immaginare un approccio alla politica estera meno vincolato a quello dei tradizionali partner europei. Sono percorsi paralleli, per ora, quelli seguiti dai due partiti etichettati come populisti che puntano alla guida di Palazzo Chigi, percorsi segnati anche da diversi viaggi. Un punto in comune e’ la convinzione che vadano superate in sede Ue le sanzioni economiche alla Russia. Sia il M5S sia la Lega ritengono una priorita’ eliminarle o allentare la pressione non solo per tornare a coinvolgere a pieno titolo Mosca nei consessi internazionali, ma anche perche’ “non hanno prodotto risultati concreti, anzi, hanno penalizzato le imprese italiane”. Entrambi i partiti, in generale, hanno considerato sbagliata la posizione europea sulla crisi in Crimea. Dunque, l’attenzione verso la rielezione di Putin al Cremlino e’ stata alta. Ma la delicata situazione politica italiana ha consigliato piu’ prudenza che in passato: essere a un passo dal governo e’ cosa diversa dall’essere una forza di opposizione. Soprattutto per il M5S che cerca di scrollarsi di dosso l’etichetta dell’estremismo. Dal partito di Luigi Di Maio, nessun commento dunque all’esito del voto in Russia: la linea di non ingerenza nelle faccende di altri Paesi e’ stata rispettata. Da ricordare pero’ la presenza, nel 2016, di Manlio Di Stefano al congresso di Russia Unita, il partito di Putin. E anche alcune missioni, come quella che ha visto protagonista sempre in quell’anno il senatore Vito Petrocelli, che non a caso ha fatto una mappa ragionata del voto russo di domenica, regione per regione. Chi invece ha rivendicato apertamente il suo sostegno a Putin e’ stato il segretario della Lega, Matteo Salvini, che sui social gli ha fatto i complimenti per la rielezione. Salvini e’ il leader che piu’ ha investito in termini di immagine in questo rapporto, tanto da essere andato anche in visita in Crimea. Un anno fa era a Mosca per firmare un accordo di cooperazione fra Lega e Russia Unita. Nel 2015 aveva incontrato a Milano lo stesso Putin, a margine del vertice Asem. Per ora pero’ anche Salvini non ha fatto dichiarazioni sul tema Russia. Alcuni leghisti erano a Mosca in questi giorni di elezioni, come hanno testimoniato delle foto pubblicate sui profili della Lega Lombarda, ma non in veste ufficiale. Il leader di via Bellerio preferisce affidarsi al solito Giancarlo Giorgetti, che e’ anche responsabile Esteri del partito, e all’altro vicesegretario, Lorenzo Fontana. L’ambizione e’ di poter fare da ‘ponte’, una volta al governo, fra Russia e Stati Uniti. Contando, dicono, su una maggiore sintonia non solo con Putin ma anche con Donald Trump. In questo, oltre che con i 5 Stelle, Salvini sarebbe in continuita’ con il pezzo forte della coalizione di centrodestra, Silvio Berlusconi.