(di Massimiliano D’Elia) Luigi Di Maio dopo l’analisi del voto in Sardegna: ”Avanti con la riorganizzazione, tra oggi e domani ci saranno novità importanti per il MSS. È Inutile confrontare le amministrative con le politiche. Per il governo non cambia nulla”.
Si sente aria di crisi all’interno del movimento pentastellato. L’esito delle votazioni in Sardegna è una mannaia sulle teste della leadership. Di Maio invoca ad una nuova organizzazione interna, Grillo tuona, “forse siamo incapaci”. L’unica certezza è che tra oggi e domani il M5S si affiderà nuovamente alla rete. Sulla controversa piattaforma Rousseau verranno pubblicate le proposte per accelerare l’annunciata riorganizzazione.
Una delle proposte di Di Maio è quella di legarsi a liste civiche nei territori. Di Maio, infatti, parla di “liste civiche vere”, non come quelle che si vedono alle elezioni dove nessuna lista ha una tradizione precedente alla campagna elettorale. L’idea è dunque quella di presentarsi con liste che comunque raccolgano attivisti e candidati ‘Organici” al Movimento.
La riorganizzazione del Movimento è stata concordata durante il pranzo romano di giovedì scorso tra Di Maio, Grillo e Casaleggio. In questi giorni, invece, ci sarà la presentazione della nuova architettura del Movimento. Un team nazionale suddiviso per temi e referenti regionali, per i quali si pescherà innanzitutto dai volti più noti, come Giancarlo Cancelleri in Sicilia, Sara Marcozzi in Abruzzo, Max Bugani in Emilia Romagna.
L’obiettivo è quello di dare maggiore peso decisionale a tutti i leader, anche quelli sparsi sul territorio.
Nonostante l’aria di riorganizzazione la base è ancora adirata con Luigi Di Maio. In molti additano proprio in lui la “debacle” del movimento, sono stati persi in Sardegna almeno 300mila voti, transitati al cdx (la maggior parte proprio all’alleato di governo, la Lega di Matteo Salvini).
Le reazioni da Roma non si fanno attendere. La senatrice Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico, è stata chiara: “Una riorganizzazione calata dall’alto non è la soluzione. La leadership di Di Maio va messa in discussione”.
Di Maio rimane ottimista e mira alle prossime europee di conservare almeno il 25% delle preferenze.