Stoltenberg, in un’intervista con un gruppo di giornaliste di testate internazionali, tra cui anche l’ANSA, anticipando alcuni dei risultati del rapporto annuale che sarà pubblicata il 14 marzo, ha elogiato l’Italia e la Spagna per i contributi apportati alle missioni e alle operazioni militari, ma ha chiesto ai due Paesi di aumentare la spesa per la difesa invitandoli a raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil, target ribadito anche dall’Alleanza durante l’ultimo summit dei leader che si è svolto a Bruxelles lo scorso luglio, quando il presidente degli Usa Donald Trump aveva minacciato di uscire dalla Nato se i 28 partner non
Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta nelle settimane scorse in più occasioni aveva chiesto alla NATO “una valutazione complessiva e non selettiva” della condivisione degli oneri – burden sharing – degli Alleati, invitandola a tenere conto dell’alto contributo fornito dal Paese alle missioni.
Stoltenberg però ha spiegato: “il burden sharing prevede tre voci: spesa (del 2% del Pil), capacità, e contributi alle missioni. Tutte e tre le voci sono importanti, tutte e tre sono valutate, e su tutte e tre sollecitiamo i Paesi a dare risultati. Il fatto di rispettarne una non giustifica la mancanza verso un’altra“. Stoltenberg, sulla spesa al 2% del Pil, ha fatto notare che l’Italia “ha ancora molta strada da fare” spiegando che altri Paesi, come Polonia o Grecia, hanno già onorano in pieno l’obiettivo.
“Accolgo con favore il fatto che tutti gli alleati, Italia compresa, abbiano accresciuto la propria spesa. Tutti gli alleati hanno smesso di tagliare ed hanno iniziato ad aumentare i fondi per la difesa. Così sta facendo anche l’Italia, che ha iniziato a muoversi nella giusta direzione, ma mi aspetto che faccia di più“.
Riferendosi poi alle sollecitazioni del ministro Trenta di includere nuove voci nel calcolo della spesa del 2% del Pil, – investimenti non militari che rafforzano la sicurezza civile – Stoltenberg ha invece evidenziato che “gli alleati hanno concordato tutti insieme un modo standard per il calcolo della spesa” spiegando che “ci si debba attenere a questi criteri, perché occorre poter fare confronti tra i Paesi.” e che eventuali modifiche ai criteri di calcolo “dipendono comunque da una decisione politica che deve essere concordata da tutti e 29” i membri della Nato.