Non si ferma la caccia ai fasi invalidi. La Polizia di Stato di Firenze ha accertato che il falso invalido era in grado di camminare e muoversi regolarmente, ma se ne dichiarava incapace, spostandosi “pubblicamente” in questo centro cittadino su sedia a rotelle. Le attività investigative hanno riscontrato come l’uomo abbia condotto una vera e propria “doppia vita”, sfruttando tutte le agevolazioni derivanti dallo status di disabile, tra cui la percezione di pensioni ed emolumenti – che gli hanno consentito, tra le altre cose, di pagare un “badante”, che viveva nella sua abitazione – l’utilizzo delle varie “corsie preferenziali” ed un parcheggio sotto casa per disabili.
La stessa persona, all’interno delle mura domestiche, nonché fuori provincia, dove sapeva di non essere conosciuta, si muoveva regolarmente, deambulando senza difficoltà: la misura cautelare, difatti, è stata eseguita presso lo scalo aeroportuale di Peretola, al rientro dell’indagato da un viaggio di piacere all’estero, e, nell’occasione, lo stesso camminava in totale autonomia, sebbene lo attendesse in quel parcheggio l’autovettura per disabili con la carrozzina all’interno.
Più in generale, è emerso un vero e proprio modus vivendi del destinatario della misura, che alterava la realtà dei fatti in ordine alle sue condizioni di salute per ottenere benefici di ogni sorta, ed era alla costante e spasmodica ricerca di comprovare la sua invalidità.
Il cinquantacinquenne fiorentino difatti aveva ottenuto nel tempo una pluralità di emolumenti previdenziali, in prevalenza fondati su una falsa paraplegia, simulata a partire dal 2007 a seguito di un sinistro stradale la cui dinamica è stata smentita nel corso dell’inchiesta – in buona sostanza, è emerso come l’incidente stradale sia stato del tutto simulato.
Inoltre, per avvalorare la sua condizione di falsa disabilità, ha affrontato un elevato numero di ricoveri in strutture ospedaliere pubbliche o private convenzionate, per cui il Giudice per le Indagini Preliminari, oltre all’indebita percezione delle pensioni, ha contestato all’indagato anche il danno cagionato al Servizio Sanitario Nazionale per le spese di ricovero, per un totale di decine di migliaia di euro.
Nel medesimo contesto investigativo, è emerso come il falso invalido abbia reiteratamente indotto in errore pubblici ufficiali, cagionando falsi ideologici in atti pubblici, nel corso dei menzionati ricoveri ospedalieri, funzionali a comprovare la sua invalidità o comunque patologie sulle quali a loro volta fondare richieste di emolumenti; nel corso delle indagini, sono state esaminate decine di cartelle cliniche, fondate su patologie artatamente dichiarate dall’indagato per vedersi riconoscere la paraplegia.