Dopo la morte di Nasrallah….

di Massimiliano D’Elia

Il corpo di Hassan Nasrallah è stato recuperato intatto: lo ha detto una fonte della sicurezza libanese alla Cnn. Il corpo del leader di Hezbollah è stato recuperato sul luogo dell’attacco aereo israeliano alla periferia sud di Beirut e non presenterebbe lesioni, secondo le prime indicazioni di fonti sanitarie riportate dai media internazionali. Non ci sono informazioni sui funerali mentre l’Iran ha annuciato cinque giorni di lutto nazionale.

Anche se la morte di Nasrallah è un duro colpo per Hezbollah, il gruppo dispone ancora di significative risorse militari. La sua rete di alleati in Libano e in tutto il Medio Oriente, insieme al supporto dell’Iran, rende quasi certa la tanto annunciata ritorsione contro Israele. Lo Stato ebraico, dal canto suo, ha rimarcato la sua capacità di essere in grado di poter colpire bersagli a lunga distanza (Teheran), anche con armi nucleari se necessario, grazie ai suoi sommergibili di proiezione.

Hezbollah non rimane decapitata perchè Hashem Safieddine, il cugino di Nasrallah, è stato eletto quale nuovo capo del gruppo terroristico. L’influenza di Safieddine non si limita solo al Libano, ma si estende anche all’Iran, dove ha trascorso anni studiando a Qom, centro nevralgico dell’istruzione religiosa sciita. I suoi stretti legami con Teheran si sono ulteriormente consolidati nel 2020, quando suo figlio Rida ha sposato Zainab Soleimani, figlia del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds iraniana ucciso in un attacco statunitense il 3 gennaio 2020.

L’Aeronautica israeliana ha continuato a colpire dozzine di obiettivi terroristici di Hezbollah, inclusi lanciatori puntati verso il territorio israeliano, strutture in cui erano immagazzinate armi e altre infrastrutture terroristiche di Hezbollah. La Marina ieri ha, invece, intercettato un proiettile che si avvicinava a Israele proveniente dal Mar Rosso mentre altri otto proiettili, provenienti dal Libano, sono caduti in aree aperte a sud, senza arrecare danni significativi. Sempre ieri sera, econdo quanto riportato da fonti provenienti dallo Yemen e rilanciati dal Times of Israel, l’Aeronautica militare israeliana avrebbe effettuato attacchi aerei nella citta’ costiera di Hodeidah. Le immagini pubblicate sui social media mostrano del fumo che si alza dalla zona. I presunti attacchi sono avvenuti dopo che questo mese gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno lanciato tre missili balistici contro Israele.

Secondo alcune informazioni trapelate dell’intelligence Usa l’Idf (Israeli Defence Forces) avrebbe già predisposto i piani per prendere l’aeroporto di Beirut per poi iniziare l’attacco militare via terra. Sarebbero state spostate brigate militari d’elite al nord. Si, perchè se si intende indebolire davvero Hezbollah, occorre farlo distruggendo i loro tunnel sotterranei che, costruiti come quelli di Hamas, consentono ai miliziani di vivere indisturbati sottoterra, al di sotto di insospettabili strutture civili come palazzi, scuole e ospedali.

Il vero colpo però Israele lo ha sferrato venerdì scorso con l’uccisione del leader di Hezbollah, Nassan Nasrallah. Un segnale molto forte per l’Iran e tutto il mondo sciita dell’area perchè è stato rimosso un alleato fedele e influente che aveva contribuito a trasformare Hezbollah nel fulcro della rete di gruppi alleati di Teheran nel mondo arabo. La morte di Nasrallah ha segnato la fine di due settimane traumatiche per Hezbollah, iniziate con la detonazione di migliaia di dispositivi di comunicazione (pager e walkie talkie) utilizzati dai suoi membri.

Con l’escalation in atto aumentano i timori che il conflitto possa sfuggire di mano, coinvolgendo l’Iran, il principale sostenitore di Hezbollah, gli Stati Uniti ed altri alleati regionali che sarebbero così inevitabilmente chiamati a difendere Israele. Ieri il capo del Pentagono Austin ha ordinato di aumentare il contingente americano (oggi comprende 40mila uomini) e di tenere in massima allerta i caccia per la difesa aerea. Il timore è che si possa scatenare un lancio massiccio e simultaneo di missili e razzi contro Israele da tutte le direzioni: Yemen, Siria, Iraq, Libano e Iran. In questo caso gli efficenti sitemi di difesa aerea di Tel Aviv (Iron Dome etc.) non sarebbero in grado di neutralizzare in toto la minaccia. Come in altri casi, sono risultati determinanti i caccia israeliani, americani e inglesi che hanno intercettato i missili nemici prima che gli stessi entrassero nello spazio aereo israeliano, con il permesso di sorvolare lo spazio aereo della Giordania.

Si contano il numero delle vittime. Il ministero della salute libanese ha comunicato che 33 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani sul Libano durante la giornata di sabato, portando il bilancio totale delle vittime dall’inizio delle ostilità – 8 ottobre – a più di 1.670, inclusi 104 bambini. Diverse migliaia sono i feriti trasportati in ospedale.

A Beirut, le famiglie sfollate hanno trascorso la notte sulle panchine di Zaitunay Bay, riporta Reuters, luogo dove insiste una fila di ristoranti e caffè di lusso sul lungomare di Beirut. Una volta vi era la movida oggi migliaia di famiglie in fuga con al seguito nient’altro che una borsa di vestiti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, poche ora fa, che l’uccisione di Nasrallah era un passo necessario per “cambiare l’equilibrio di potere nella regione per anni a venire. Nasrallah non era un terrorista, era il terrorista“. Netanyahu, in un comunicato successivo, ha avvertito la popolazione che sarebbero arrivati giorni difficili, invitando ad evitare assembramenti.

Israele ha poi dichiarato nel pomeriggio, a mezzo comunicato dell’Idf, di aver ucciso anche l’alto funzionario di Hezbollah Ali Karaki e altri comandanti insieme a Nasrallah.

Dall’altra parte dell’Atlantico, mentre il portavoce del Pentagono si affrettava a dire che gli Usa non erano a conoscenza dell’operazione militare israeliana, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden descriveva la morte di Nasrallah come una misura di giustizia per le numerose vittime, inclusi migliaia di americani, israeliani e libanesi, affermando che gli Stati Uniti avrebbero sostenuto pienamente il diritto di Israele all’autodifesa. Ma quando gli è stato chiesto se un’incursione terrestre israeliana in Libano fosse inevitabile, Biden ha detto ai giornalisti sabato: “È ora di un cessate il fuoco“.

Il leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, è stato trasferito in una località sicura in Iran dopo la morte di Nasrallah, hanno riferito fonti a Reuters. Khamenei ha detto che la morte di Nasrallah sarebbe stata vendicata e che il suo percorso nella lotta contro Israele sarebbe stato portato avanti da altri militanti.

Teheran ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle azioni di Israele in Libano e altrove nella regione, avvertendo ritorsioni contro qualsiasi attacco alle sue strutture diplomatiche e ai suoi rappresentanti. Nel frattempo un alto membro dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, il vice comandante Abbas Nilforoushan, sarebbe stato anch’egli ucciso negli attacchi di venerdì, hanno riferito i media iraniani. Si registra anche la morte di un alto esponente degli Houthi a seguito di un incidente di elicottero.

Un’operazione militare che rimarrà nella storia

L’operazione israeliana che ha portato all’uccisione di Hassan Nasrallah segna un momento cruciale nel conflitto tra Israele e il gruppo militante libanese. L’attacco aereo, condotto dal Gruppo di Volo 69 dell’Aeronautica militare israeliana (69th Squadroon), ha colpito il quartier generale sotterraneo nel sud di Beirut dove Nasrallah si trovava insieme con altri comandanti di Hezbollah. Almeno ottanta, sarebbero le bombe penetranti “bunker busting”, con 800 kg di esplosivo, che hanno sgretolato gli alti edifici, individuati nel targeting, distruggendo così i bunker sotterranei che si trovavano a oltre 10 metri di profondità.

Secondo fonti israeliane, l’intelligence monitorava la posizione di Nasrallah da mesi. La decisione di colpire è arrivata dopo un’attenta valutazione politica da parte del governo di Benjamin Netanyahu, che ha scelto il momento in vista del suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo ha contribuito a creare un clima di apparente tranquillità, che ha fatto abbassare la guardia a Hezbollah. Netanyahu (Bibi), prima di dirigersi verso il palazzo dell’Onu, dal suo albergo ha ordinato l’attacco a sud di Beirut. Mentre difendeva la posizione dello Stato di Israele dinanzi all’Assemblea Generale, con decine di delegati che abbandonavano l’Aula, i suoi caccia F-15 sganciavano le micidiali bombe sui palazzi dove i vertici di Hezbollah stavano pianificando il prossimo attacco contro Israele.

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