Dossier Libia, Italia-Francia 1-1, alla fine del primo tempo

(di Massimiliano D’Elia) Così come riporta The Libyan Observer il membro del Consiglio superiore di Stato (HCS) Abdelrahman Al-Shater ha detto a maggio scorso che l’iniziativa francese per risolvere l’impasse politica della Libia è nell’interesse della Francia e il suo obiettivo è quello di controllare la Libia attraverso i suoi agenti già presenti nel paese.
Al-Shater ha detto che l’iniziativa della Francia è un’escalation da parte sua per condurre atti in Libia che si tradurranno in benefici per Parigi.
La Francia sta ostacolando gli sforzi di UNSMIL in Libia, che vuole dare ai partiti libici il compito di  concordare una soluzione. Il perdurare di una tale situazione da parte della Francia in Libia, porterà il paese nell’ennesima divisione e probabilmente nella guerra civile.”

A maggio scorso l’alto rappresentante del Consiglio superiore di Stato prevedeva quello che sta accadendo oggi in Libia.

Oramai siamo al quarto giorno di conflitti a sud della capitale che lasciano sul campo 6 morti e 33 feriti. Gli scontri sono partiti dalle milizie che avversano il governo di Al Serraj. L’offensiva è partita da fazioni islamiste vicine all’ex premier Khalifa Ghwell, ma dietro tutto ci potrebbe essere il Generale Haftar, in contrasto  con il governo di Tripoli, ma anche con l’Italia. L’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salame e il presidente Serraj si sono incontrati per discutere della cessazione delle ostilità per proteggere i civili, far avanzare i colloqui sul cessate il fuoco e mettere immediatamente fine alla violenza.

Tripoli negli ultimi tempi è sempre stata teatro di scontri e sommosse contro il governo Serraj, considerato un governo traditore. Lo  scorso maggio alcune fazioni avevano accerchiato i palazzi governativi di Tripoli per via della  conferenza sulla Libia organizzata a Parigi dal presidente Macron. Nel corso della conferenza parigina, è stato fatto  un accordo tra Al Serraj e il Gen. Haftar per far svolgere le elezioni il 10 dicembre del 2018. Ma l’intenzione francese non troverebbe le necessarie condizioni di stabilità. La Libia è ancora divisa tra diverse fazioni che si combattono ogni giorno e che  rendono attualmente impossibile qualsiasi libero confronto democratico. Una situazione sul campo che ha più volte denunciato anche l’Ambasciatore italiano Giuseppe Perrone. L’Italia,  più prudente che mira a far svolgere elezioni “serene e democratiche”  non rimane ferma e  consegnerà altre motovedette alla Guardia Costiera libica e punta a fare una conferenza tra le parti a Roma, in autunno.

Qualcuno esterno alla Libia, invece, mira a far avanzare le fazioni antigovernative  perchè punta a dare la leadership del Paese al Gen. Haftar. La Francia vuole nel perseguire i propri intenti subito, soprattutto da quando lo scorso mese il presidente del consiglio italiano, Giuseppe Conte, è volato a Washington incassando l’appoggio del presidente Usa Donald Trump sul dossier libico. L’interesse sono le commesse e lo sfruttamento delle risorse energetiche presenti in Libia.  Matteo Salvini, ha detto al  presidente Macron, ” l’Italia – l’unico Paese occidentale ad avere una propria ambasciata a Tripoli – ritiene infatti che le eventuali elezioni da svolgersi in Libia possano rappresentare uno strumento e non certamente un fine ultimo nel processo di stabilizzazione del Paese nordafricano. Il capo dell’Eliseo punta alle elezioni libiche così come deciso nella conferenza parigina, incurante”.

 

 

 

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