(di Andrea Pinto) Il secondo giorno del Consiglio europeo si è concentrato su Difesa e Sicurezza, rapporti con la Nato e i Paesi del nord Africa. A marzo i capi di Stato e di Governo parleranno invece, più nel dettaglio, sul futuro delle relazioni dell’Ue con Turchia e Russia.
L’inciso del presidente Charles Michel ha aperto lavori della seconda giornata: “In Europa siamo pronti a fare la nostra parte per essere un partner forte e affidabile. Non solo per gli Usa, ma anche per l’Onu e i partner regionali. Vogliamo aumentare gli investimenti nella difesa e le capacità civili e militari”.
Sulla Difesa la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha detto: “Non bastano le buone intenzioni. Una delle principali debolezze dell’Ue è la frammentazione dei diversi sistemi militari. Ma ci stiamo lavorando, lo scopo è avere un approccio comune alle capacita militari che condividiamo nell’Ue, svilupparle insieme. Non è solo interoperabilità”.
La Nato. La von der Leyen ha proseguito: “La cooperazione con la Nato resta una priorità ma ci sono scenari in cui la Nato non è coinvolta e l’Ue deve essere capace di muoversi sola”.
Differenze tra i 27 Paesi Ue. I Paesi dell’Est hanno come caposaldo la Nato in senso anti russo mentre la Francia spinge per una maggiore autonomia strategica che investe tutta l’industria inclusa quella della difesa. L’Italia dai primi approcci del premier Mario Draghi rimane in mezzo alle due posizioni: “Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia“. Draghi in videoconferenza ha sottolineato l’importanza dell’autonomia strategica dell’Ue in un quadro di complementarietà con la Nato e di coordinamento con gli Usa. L’idea strategica di Draghi prevede per l’Ue la continuazione della sua fortificazione in materia di sicurezza, specialmente nel sensibile e cangiante mondo della cybersecurity e delle minacce ibride.
Draghi ha poi mostrato interesse ed evidente gradimento all’iniziativa dell’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, e della Commissione per la realizzazione dello “strategic compass”, la bussola strategica che punta a definire quale tipo di attore della sicurezza e della difesa l’Unione vuole essere.
Oltre agli Usa e alla Nato Draghi ha concordato sull’impegno dell’Unione a rilanciare una maggiore e costruttiva cooperazione con i Paesi del Mediterraneo tramite il dialogo politico, il sostegno economico, senza però trascurare, il clima, l’energia, il turismo e il commercio.