Ieri all’Assemblea di Confindustria una specie di “ovazione” per il premier Mario Draghi, tutti compatti nel voler spingere l’ex governatore della Banca d’Italia e della Bce a rimanere al Governo fino a termine legislatura, ma in molti, tra gli imprenditori, sono convinti che sarebbe proficuo anche oltre, addirittura con il prossimo esecutivo (marzo 2023).
E’ chiaro che le voci che si susseguono nell’arena politica su un’eventuale proposta di far salire al Colle Draghi non è accolta con favore dall’elite del mondo produttivo del Paese. Con inusitata schiettezza lo dice chiaramente anche il presidente Carlo Bonomi, in un passaggio del suo intervento.
Ma come si dice tutti fanno i “conti senza l’oste”. Mario Draghi è disponibile ad accettare una candidatura per il Colle? Di converso, il Presidente Mattarella, anche se lo ha già detto pubblicamente, di voler finire il naturale mandato senza fare il bis, riuscirà a dire di no alle lusinghe “corali” e “bipartisan” delle varie forze politiche? Favorevoli ad una permanenza di Mattarella al Quirinale si sono già espressi quelli del Pd e del M5S. “Sarei confortato per il Paese con un Draghi bis“, ha sottolineato, invece, il leader di Cambiamo, Giovanni Toti.
Diverso è il clima che si respira nella Lega e in Fdi. In estate, piu’ volte, rispondendo a chi gli chiedeva se il suo partito avesse votato Draghi per il Colle, Matteo Salvini ha risposto: “lo stimo e lo stimero’ anche con altri incarichi“. Giorgia Meloni e’ sempre stata piu’ cauta limitandosi sottolineare quello che, meno di un mese fa, anche Giancarlo Giorgetti sosteneva: se Draghi andasse al Colle sarebbe naturale andare al voto anticipato.
A modificare le strategie dei partiti, potrebbero influire i risultati delle prossime elezioni Amministrative. Un primo banco di prova per saggiare il reale sentimento degli elettori, lontano dai risultati dei sondaggi che seppur indicativi rimangono sempre dei sondaggi, non in grado di decretare la vittoria elettorale.