Laura Naka Antonelli su FOL ha messo in evidenza la questione dei Bund tedeschi valutati 850 miliardi di dollari, che potrebbero offrire rendimenti pari a zero.
Ciò, è il risultato dell’era a tassi zero, causata dalla politica monetaria espansiva della Bce, che caratterizza sempre di più il mercato dei titoli di stato dei paesi dell’Eurozona considerati virtuosi.
Politica monetaria della Bce che “paradossalmente”, o strategicamente aiuterà proprio l’Italia. Un regalo dell’uscente presidente della Bce, il Mario Draghi Nazionale. A quanto pare, tutti ora correranno ad acquistare “i titolo di Stato italiani”
Dei 57 bond sovrani che Berlino emette, ne sono rimasti solo sei ad offrire rendimenti positivi. Tutti i bond tedeschi che hanno una scadenza fino a 20 anni presentano ormai tassi negativi. E ben presto, scrive Bloomberg in un articolo, i bond a 30 anni della Germania potrebbero diventare i primi del mondo con scadenza trentennale a rendere meno dello zero.
Non ci vorrebbe poi molto: una eventuale ulteriore escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il rafforzamento di un rischio politico che in Eurozona vede protagonista, chiaramente, l’Italia, e/o l’arrivo di nuovi segnali che confermino la volontà della Bce di rendere negativa l’intera curva dei rendimenti.
A tal proposito, ennesime rassicurazioni sulla disponibilità a intervenire con stimoli monetari aggiuntivi sono arrivate nelle ultime ore dal presidente della Bce, Mario Draghi.
“Se mi aveste chiesto, appena due settimane fa, se i tassi tedeschi a trent’anni sarebbero scesi al di sotto dello zero, ci avrei messo due giorni per smettere di ridere – ammette, intervistato da Bloomberg, Luke Hickmore, money manager di Aberdeen Standard Investments. “Ora, invece, sembra di essere passati a un contesto di mercato completamente diverso, caratterizzato da rendimenti che si apprestano a testare ulteriori minimi e a scendere a livelli negativi in tutto il mondo.
“La portata di quanto sta avvenendo è imponente“. Le conseguenze potrebbero essere altrettanto notevoli
In Germania, per esempio, se tutti i Bund finissero con il rendere zero o anche meno, le compagnie di assicurazione e i fondi pensione potrebbero trovarsi costretti ad acquistare titoli con tassi al di sotto dello zero, vista la necessità di mantenere nei portafogli di investimenti un certo grado di asset caratterizzati da elevati rating.
Dal canto loro, per riuscire ad assicurarsi qualche forma di guadagno, i trader sarebbero sempre più orientati a posizionarsi su titoli più rischiosi, come quelli, scrive espressamente l’articolo di Bloomberg, “italiani, corporate o dei mercati emergenti, per andare a caccia di rendimenti”.
Si tratta di “un altro segnale della cosiddetta Giapponesizzazione dell’Europa, fenomeno che vede la crescita, l’inflazione e i rendimenti dei bond rimanere depressi per un lungo periodo di tempo”.
E’ indubbiamente la Bce di Mario Draghi l’artefice di quanto sta accadendo.
L’atteggiamento da “Whatever It Takes” di Draghi, pronunciato nel discorso di apertura del Forum di Sintra, ha portato l’ammontare dei bond globali che presentano rendimenti negativi a balzare al record di $12,5 trilioni.
Nel caso specifico della Germania, è difficile ritenere che, con tassi così bassi se non sotto lo zero, il governo rimarrà con le mani in mano. Come ha fatto notare Kacper Brzezniak, money manager presso Allianz Global Investors, “se non sarà questa situazione a incoraggiarli a indebitarsi di più e a spendere, non solo quale potrà mai essere.
Francamente, in questo momento, se fossi ministro delle Finanze tedesco, emetterei Bund e acquisterei bond italiani“.
Da segnalare che i Bund tedeschi a 30 anni rendono al momento lo 0,29%, con i tassi che viaggiano ai minimi record.
Giusto per fare un paragone, i tassi Usa a 30 anni si aggirano attorno al 2,54% e quelli italiani rendono più del 3%.
Stando ai calcoli di Bloomberg, emerge che il mercato delle opzioni anticipa con una probabilità pari a una su tre che i rendimenti tedeschi a 30 anni andranno in territorio negativo nel corso del prossimo anno.
Neanche i bond giapponesi a trent’anni sono arrivati a rendere meno dello zero, testando un minimo, nel 2016, allo 0,02%: al momento, hanno tassi pari allo 0,34%.
Solo la Svizzera ha assistito alla virata in rosso della sua intera curva dei rendimenti: c’è da dire, tuttavia, che il valore del suo mercato dei debiti sovrani è meno di un decimo di quello tedesco.
Potrebbe essere una buona occasione per i BTP italiani? Secondo alcuni sì, visto che il fenomeno dei tassi negativi si sta facendo sempre di più contagioso: i tassi a 10 anni dei bond olandesi sono già negativi, così come questa settimana sono capitolati al di sotto dello zero i titoli con la stessa scadenza di Francia, Finlandia e Austria.
In questa situazione, qualcuno ha già affermato che i BTP italiani potrebbero diventare irresistibili.