La Russia non vuole lo “scontro” con gli Stati Uniti. A dirlo alla stampa l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov, dopo essere stato convocato al Dipartimento di Stato americano per l’incidente tra un caccia russo e un drone Usa.
Il diplomatico ha precisato ai cronisti la posizione russa:
“Per come la vediamo, gli aerei americani non dovrebbero trovarsi vicino al confine russo. Potete immaginare se un drone del genere apparisse improvvisamente vicino a New York o San Francisco? Potete immaginare la reazione della stampa statunitense, del Pentagono, a questo drone? Che tipo di drone era? Pensateci prima di convocarmi al Dipartimento di Stato. Era un drone multiuso, con capacità di attacco fino a 1700 kg di carico esplosivo. Ditemi come reagirebbe un Ministero della Difesa di qualsiasi paese se la minaccia di un tale pericolo apparisse lungo i confini del suo Paese? Penso che sia meglio che discutiamo al Dipartimento di Stato le vie della cooperazione e della mutua azione, ma sfortunatamente, la mia comunicazione con il Dipartimento di Stato ultimamente è stata solo per affrontare le sue proteste sulle azioni della Federazione Russa. La Federazione Russa non è interessata allo scontro. La parte russa è interessata a relazioni pragmatiche con gli Stati Uniti nell’interesse sia del popolo russo che di quello americano“.
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L’incidente
Nella mattina di ieri sul Mar Nero, a sud dell’Ucraina ma nello spazio aereo internazionale, c’è stato uno scontro tra un aereo militare russo e un drone statunitense. Il Comando europeo dell’esercito Usa ha comunicato che il drone è stato fatto precipitare dopo che due aerei russi avevano condotto un’attività di intercettazione pericolosa e non professionale. Appena caduto in mare gli americani avrebbero distrutto da remoto tutte le componentistiche classificate del velivolo recuperando prima le immaggini e le fotografie catturate dall’APR durante la sua missione.
Il ministero della Difesa russo ha risposto, in un messaggio via Telegram, che il suo aereo non è entrato in contatto con il drone, sostenendo quindi che sia caduto per altre ragioni. Patrick Ryder, portavoce del Pentagono, ha detto che gli Stati Uniti sono in possesso di un video registrato dal drone, che confermerebbe la versione statunitense.
Due caccia intercettori Su-27 hanno volato vicino al drone per almeno 30 minuti. Hanno prima scaricato carburante sul drone e gli sono volati davanti; dopodiché, uno dei due avrebbe colpito il drone, costringendo l’aviazione statunitense a farlo cadere in mare. Non è chiaro se l’aereo russo abbia colpito il drone di proposito o se gli sia andato contro mentre cercava di fare altro.
Il drone era un MQ-9 Reaper, che ha un’apertura alare di 20 metri ed è progettato per volare ad alta quota, e stava svolgendo operazioni di routine. Il drone era partito da una base in Romania per un volo di ricognizione di circa 10 ore, ha spiegato un portavoce dell’esercito statunitense. I droni di questo tipo, usati anche a scopo offensivo, possono raggiungere una velocità di oltre 400 chilometri orari.
Il Pentagono ha fatto sapere che continuerà comunque a operare nell’area e John Kirby, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della presidenza degli Stati Uniti, ha detto che non è la prima volta che, in relazione alla guerra in Ucraina, la Russia esegue operazioni di intercettazione, che fino a oggi non si erano però mai concluse con la caduta di un drone.