E’ partita in Italia la corsa alle “armi laser”

di Massimiliano D’Elia

La ripresa della corsa agli armamenti ha spinto la ricerca militare a compiere un salto tecnologico senza precedenti, aprendo le porte a strumenti considerati fantascientifici. Tra le innovazioni più promettenti ci sono i cannoni laser, o sistemi a energia diretta, che promettono di rivoluzionare la difesa militare contro minacce moderne come i droni, spesso minuscoli ma estremamente letali. Questo nuovo approccio si concentra su un’arma che utilizza raggi di energia concentrata per colpire con precisione obiettivi mobili e complessi, garantendo una protezione più economica, efficiente e sostenibile rispetto alle tradizionali armi cinetiche basate su proiettili o missili. Sistemi, questi ultimi, costosissimi.

In Italia, questo progresso tecnologico è reso possibile grazie a una partnership strategica tra Mbda Italia, parte del consorzio missilistico europeo, e Leonardo, leader nel settore dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza a livello globale. Le due aziende hanno siglato un Memorandum of Understanding per sviluppare due modelli di cannoni laser destinati alla protezione della flotta navale italiana. Il primo modello sarà un sistema a bassa potenza, progettato per neutralizzare nano e microdroni, velivoli senza pilota estremamente piccoli e difficili da abbattere con armi convenzionali. Questo sistema, soprannominato “mitragliatrice laser”, è pensato per essere compatto e versatile, adattandosi alle navi già operative grazie alla compatibilità con i generatori elettrici esistenti. Il contesto operativo è chiaro: droni di dimensioni inferiori ai venti centimetri stanno già apparendo sui campi di battaglia, in particolare in Ucraina, e la loro diffusione è destinata a crescere. Il sistema italiano fornisce una risposta rapida, precisa ed economica.

Il secondo modello, invece, sarà un cannone laser ad alta potenza e sarà integrato sulle futuri unità navali della Marina Militare. Questo sistema richiede generatori avanzati e di alta capacità per alimentare il fascio di energia, capace di abbattere droni più grandi, missili e altri velivoli ostili.

Leonardo sarà responsabile della progettazione dei sistemi di direzionamento e tracciamento del bersaglio, garantendo una precisione estrema anche contro obiettivi in movimento rapido. Mbda, invece, guiderà la realizzazione del raggio laser vero e proprio, sfruttando tecnologie all’avanguardia nei materiali e nei sistemi di emissione.

Una tecnologia dual-use

Lo sviluppo dei cannoni laser rappresenta un’innovazione strategica per la difesa navale, ma le implicazioni vanno oltre il contesto militare. I laboratori di ricerca di Mbda e Leonardo lavoreranno su brevetti tecnologici che potrebbero avere applicazioni civili e industriali, come sistemi di sicurezza per il controllo di droni in contesti urbani, strumenti di precisione per l’industria aerospaziale e sistemi di protezione per infrastrutture critiche, come aeroporti e impianti energetici.

La ricerca e l’impiego delle armi laser a livello mondiale

L’Italia non è sola nella corsa allo sviluppo delle armi a energia diretta. In tutto il mondo, numerose nazioni stanno già testando batterie laser. Israele sta preparando l’entrata in servizio di Iron Beam, una versione laser del celebre sistema Iron Dome, capace di intercettare droni e razzi con raggi di luce a costi significativamente più bassi. Ogni intercettore tradizionale costa circa cinquantamila euro, mentre l’impiego di un raggio laser ha un costo operativo di poche decine di euro per colpo. Negli Stati Uniti, la Lockheed Martin ha sviluppato Helios, un laser da trecento kilowatt che viene testato a bordo di un incrociatore della US Navy, mentre l’US Army ha schierato mezzi semoventi anti-drone dotati del sistema P-Hel, con una potenza di venti kilowatt. Anche in Francia il laser Helma-P, prodotto dalla società Cilas, è già entrato in servizio durante le Olimpiadi di Parigi. Questo sistema è in grado di disintegrare droni a oltre un chilometro di distanza.

In Germania, Mbda e Rheinmetall hanno sviluppato un sistema che concentra sorgenti laser multiple in un unico potente raggio. Nel Regno Unito, invece, Mbda, Leonardo UK e QinetiQ stanno lavorando su laser ad altissima potenza capaci di abbattere aerei.

I contro della tecnologia

L’utilizzo di energia anziché munizioni permette un notevole risparmio economico per ogni intercettazione. I sistemi laser colpiscono con estrema precisione, minimizzando i danni collaterali e, grazie alla disponibilità di energia elettrica, possono funzionare senza interruzioni finché i generatori sono operativi. Si tratta inoltre di armi estremamente versatili, capaci di neutralizzare droni, missili, aerei e minacce multiple in rapida successione

Tuttavia, nonostante i progressi straordinari, restano ancora alcune sfide tecnologiche. Il consumo energetico elevato richiede generatori molto potenti, spesso ingombranti, e la miniaturizzazione dei sistemi energetici sarà cruciale per impieghi terrestri o su mezzi mobili. Anche le condizioni atmosferiche, come nebbia, pioggia e polvere, possono interferire con l’efficacia del raggio laser, mentre l’affidabilità operativa dovrà essere testata contro obiettivi veloci e imprevedibili.

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