(di Nicola Simonetti) A conoscerlo sono in pochi salvo coloro cui il dato rappresenta incubo, rischio nel rischio malattia (ipercolesterolemia) perché il troppo colesterolo nel sangue, presto o tardi, potrebbe sfociare in un evento cardiovascolare (infarto, ictus di gravità variabile). Prevenire è di rigore. Lo stile di vita è importante e – dice una ricerca Usa, concorre il ”love love love” alla maniera dei Beatls”. Aiuta.
“Esserne informati è uguale a possedere un pezzetto di salute in più”. La comunità scientifica che si è espressa al congresso dei cardiologi americani a Chicago ribadisce che il colesterolo alto, a qualsiasi età aumenta il rischio cardiovascolare in modo esponenziale e raccomanda l’adozione di uno stile di vita sano ed una misurazione periodica del livello di colesterolo ematico per gli uomini al di sopra dei 40 anni di età, e per le donne over 45 che non abbiano sul groppone un qualche rischio. Altrimenti se questi ci sono, la strategia deve essere attesa armata, controlli on demand da parte del medico. In tal caso, ad iniziare dai 25 anni di età.
C’è, poi, una quota di soggetti nati colesterolemici e, per loro, strategie a parte, ad personam.
Oggi -dice il prof. Alberico Catapano (farmacologo università, Milano – le strategie di prevenzione primaria hanno un ruolo chiave nella questione del rischio cardiovascolare. Agire d’anticipo è fondamentale”.
Purtroppo – dice il prof. Matteo Pirro, direttore medicina interna, università, Perugia – l’ipercolesterolemia non dà segni evidenti, non causa sintomi ed il soggetto che ha parametri elevati cavalca, ignaro, il cavallo che potrà condurlo ad infarto, ictus, ecc. In questo scenario si rendono utili strumenti di misurazione facili e rapidi come – dice Matteo Surace (Mylan) – il My Test”.
“Prezioso pure – continua il prof. Pirro – chiamare in causa la nutrogenomica e far tesoro di fitosteroli, berberina, riso rosso fermentato, chitosano, aglio, fermenti lattici (probiotici). La loro combinazione aumenta l’efficacia dei singoli come avviene per la preparazione a base di riso rosso fermentato, berberis aristata, policosanolo, acido folico, coenzima Q10, artaxantina.
Oggi l’informazione è possibile con facilità anche al proprio domicilio, grazie ad un test monouso (My test) che permette la determinazione semi-quantitativa del colesterolo totale esaminando una goccia prelevata dal polpastrello di un dito (come si fa per le glicemie). Risposte rapide orientative e di conferma/modifica dello stile di vita, alimentazione, esercizio fisico ed eventuali farmaci utilizzati.
Il test ha “effetto lampadina” che si accende quando qualcosa non va, un self test orientativo che fa scattare, in caso di anormalità, l’allarme.
I livelli auspicabili di colesterolo sono 200 mg/dl. Fino a 240 si è nella fascia del rischio moderato e orienta verso la ripetizione dell’esame in laboratorio (la concordanza con i risultati del test è del 98%) su consiglio medico, la modifica della condotta alimentare, di vita o ricorso a farmaci. Al di là di 240, si entra nell’area dell’alto rischio. Interpellare il medico, subito.
Una condotta, questa, che può consentire di prevenire fino all’80% delle malattie cardiovascolari.
L’indagine IQVIA ha rilevato che “specie gli over 65 – sono più attenti alla salute (70%) e propensi alla prevenzione attraverso screening e controlli (65%). Ma, di loro, meno di 1 su 4 dichiara, però, di essere in grado di risolvere i propri problemi di salute che 8 su 10 vorrebbero invece realizzare. Circa 3 milioni di italiani (2 su 3 sono donne) ricorrono come aiuto anticolesterolo a integratori alimentari ma solo 1 su 3 di loro li acquistano dopo averne parlato con il medico. Per gli altri, il farmacista – dice Achille Gallina Toschi, presidente Federfarma Emilia R. – diventa sapiente pedina di informazione ed orientamento essenziale.