Momenti di panico ieri al Politecnico di Kerchn. Vladislav Roslyakov, uno studente di 18 anni, è entrato a scuola durante l’intervallo con uno zaino e un fucile calibro 12 nascosto in un tubo portadisegni. Lo zaino conteneva una bomba, che è esplosa nella mensa dell’istituto. Poi lui ha preso a sparare all’impazzata contro chiunque gli capitasse sotto tiro passando da un’aula all’altra prima di togliersi la vita. Il suo corpo senza vita è stato trovato dalla polizia nella biblioteca al primo piano della scuola. Pare con ferite di arma da fuoco compatibili con il suo fucile, che deteneva regolarmente per andare a caccia.
Inizialmente si era pensato ad una esplosione dovuta ad una perdita di gas ma le autorità russe hanno poi rilevato che la deflagrazione era stata causata da una bomba piena di schegge. Gli investigatori, giunti sul posto subito dopo, erano convinti che si fosse trattato di un atto terroristico e per questo motivo il Cremlino aveva disposto la chiusura di tutte le scuole presenti sulla penisola sul Mar Nero., ma alcune ore dopo però i nuovi dettagli emersi hanno portato le autorità ad aprire un’inchiesta per «omicidio di massa».
Le persone sentite che conoscevano il giovane studente lo hanno descritto come uno studente normale, accanito sostenitore della politica di Putin e del progetto “New Russia”.
Vladimir Putin, In occasione dell’incontro a Sochi con il presidente egiziano Al Sisi, ha chiesto un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage dichiarando che “Si tratta chiaramente di un crimine e i motivi saranno indagati accuratamente».
Nel frattempo, le autorità russe della Crimea hanno disposto lo schieramento di due guardie armate davanti a ogni scuola.