(di Massimiliano D’Elia) Che fossero elezioni importanti, lo si sapeva e che fossero elezioni nuove ed uniche altrettanto. Lo si era capito dalla campagna elettorale, senza confronti in televisione tra i vari leader dei partiti, una campagna elettorale monca e svolta quasi interamente sui social media. I social media hanno svolto un ruolo determinante nel condizionare l’opinione pubblica, perché, che piaccia o no, sono i mezzi di comunicazione più utilizzati senza distinzione d’età, cultura e razza. Alla campagna elettorale hanno partecipato, attivamente per la prima volta, anche i cittadini che hanno commmetato e condiviso milioni di video e messaggi dei propri leader politici. Il tutto “no cost”. Questo è un altro dato, ovvero i costi risibili della campagna elettorale, per la gioia dei cittadini sempre più orientati verso l’antipolitica e soprattutto sui costi della stessa.
Tutti i leader politici hanno, quindi, utilizzato i social media e hanno raccontato ogni giorno le tappe della propria campagna elettorale, quella svolta nei territori, quella vera, quella fatta tra la gente. Nei social media includerei a pieno titolo anche whatsapp. Un sistema ancora più invasivo, dove gira di tutto, dove la rete dei cellulari collegati tra loro è micidiale. In questo nuovo panorama, la comunicazione e l’informazione non è più certificata. Le notizie false si mischiano a quelle vere e viceversa, un minestrone unico che nel bene e nel male condiziona l’opinione pubblica.
Ritornando alle elezioni politiche italiane, già da questa mattina sono iniziate a girare su whatsapp notizie di sondaggi di noti istituti come Piepoli e Ghisleri. Si è trattato di tabelle che indicavano in maniera davvero professionale le proiezioni delle preferenze degli italiani all’uscita dai seggi. Non nascondo che sembravano davvero verosimili perché indicavano, con novizia di particolari, dati e percentuali che davano un quadro vicino ai sondaggi pre-elettorali.
Immediate le smentite dei citati istituti di sondaggio e immediati i comunicati stampa di alcuni leader politici che hanno invitato il Viminale ad intervenire.
Queste elezioni passeranno alla storia anche per il “caos” generato dalle nuove procedure previste per il voto. Tante le code e i disservizi registrati presso i seggi. Ogni scheda è contrassegnata da un tagliando antifrode, che viene riportato sul registro elettorale del seggio affianco al nome dell’elettore. Espletato il voto, l’elettore riconsegna la scheda al presidente del seggio che, prima di imbucare la stessa, verifica il numero del tagliando prima di toglierlo per dare l’anonimia al voto.
Il cittadino quindi dovrebbe attendere fino a quando l’operazione laboriosa termini per accertarsi di persona che l’operazione vada a buon fine.
In tutto questo passaggio conviene davvero aspettare e verificare perché a pensar male non si sbaglia mai.
Il dato più confortante di tutti e’ l’affluenza alle urne che registra un aumento percentuale importante rispetto a quella del 2013. Alle ore 19.00, secondo i dati del Ministero dell’Interno, si sono recati alle urne il 56,91 degli aventi diritto, con un trend in crescita con il passare delle ore.