Sono giorni in cui nessuno e’ piu’ negativo sull’economia dell’Europa degli italiani che domenica prossima hanno appuntamento con le elezioni politiche. Lo riferisce il quotidiano “Washington Post” che si chiede quanto contera’ la situazione economica del paese sul voto. A dieci anni dall’inizio della crisi dell’Eurozona, il Prodotto interno lordo (Pil) italiano deve ancora tornare ai livelli del 2007. La disoccupazione e’ intorno all’11 per cento e quella giovanile raggiunge uno “sconcertante” 32 per cento. Non sorprende forse che circa 1,5 milioni di italiani abbiano lasciato il paese dal 2008. L’Italia e’ stato il paese europeo a piu’ veloce crescita tra gli anni ’50-’90. Ora la crescita non si registra ormai da due decenni. Tra le regole dell’Eurozona, i paesi non possono svalutare la propria moneta. Una prescrizione che ha fatto emergere due importanti debolezze dell’economia: l’affidamento sulle esportazioni (abbigliamento, arredamento e calzature) vulnerabile alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo e l’enorme debito pubblico italiano. Il prossimo governo si trovera’ a dover scalare una montagna. I principali candidati alla guida del paese sono l’alleanza di centrodestra di Silvio Berlusconi, l’alleanza di centrosinistra di Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle. Chiunque vinca dovra’ combattere non solo contro le normali difficolta’ legate alla crescita economica, ma anche contro la complessa relazione del paese con l’euro.