Emendamenti alla manovra “bollenti” tra aumento stipendi ai ministri “non eletti” e aumenti alle tariffe autostradali

La manovra di bilancio si avvia alle battute conclusive e la Commissione Bilancio della Camera punta a chiudere i lavori entro il fine settimana. Tra gli emendamenti dell’ultima ora, presentati dai relatori di maggioranza e dal governo, emergono diverse novità che stanno già alimentando un ampio dibattito politico. Una delle misure più controverse riguarda lo stipendio dei ministri non parlamentari, che verrebbe equiparato a quello dei colleghi eletti, passando dagli attuali 9.200 euro mensili lordi a 12.400 euro. La norma, che ha già sollevato aspre critiche da parte dell’opposizione, interesserebbe vari ministri del governo Meloni, tra cui Abodi allo Sport, Piantedosi all’Interno, Crosetto alla Difesa, Calderone al Lavoro, Valditara all’Istruzione, Giuli alla Cultura e Schillaci alla Salute. Quest’ultimo ha commentato la proposta con distacco, affermando di aver appreso la notizia solo in quel momento e di non aver mai fatto scelte professionali per ragioni economiche, lasciando che sia il Parlamento a decidere. L’opposizione, tuttavia, non ha mancato di attaccare con forza il provvedimento. Vittoria Baldino del Movimento 5 Stelle ha definito inaccettabile l’aumento degli stipendi dei ministri mentre non vengono adeguate le pensioni minime, mentre Ubaldo Pagano del Partito Democratico si è detto incredulo di fronte alla proposta.

Accompagnata da questa misura c’è anche una norma che vieta a ministri, parlamentari e governatori di percepire redditi da Stati non europei, un provvedimento ribattezzato “anti-Renzi” poiché sembrerebbe ricollegarsi all’attività dell’ex premier come consulente dei Paesi del Golfo. Italia Viva ha criticato aspramente questa misura, definendola una norma di stampo sudamericano.

Tra le altre proposte del governo spunta un prelievo fiscale straordinario sulle scommesse online, che potrebbe attestarsi allo 0,5%, con l’obiettivo di destinare i proventi allo sport e alla ristrutturazione degli stadi. A breve si aprirà inoltre una gara per il rinnovo delle concessioni delle scommesse online, dalla quale il governo prevede di incassare 350 milioni di euro. Sul fronte fiscale, è previsto anche un aumento della tassa d’imbarco di mezzo euro per i voli extra UE dai principali aeroporti italiani, destinata ai Comuni. Parallelamente, viene riformulato il Fondo di garanzia per i mutui prima casa, che sarà destinato “esclusivamente” e non più “prioritariamente” alle giovani coppie. Si ampliano, invece, i benefici del Fondo di Garanzia per piccolissime imprese e startup.

Tra le misure finanziarie si segnala l’aumento delle tariffe autostradali dell’1,8% a partire dal 2025. Si confermano inoltre il ripristino dei fondi per il settore automotive e l’introduzione di incentivi Transizione 5.0, con un rafforzamento per gli investimenti fino a dieci milioni di euro. Il ministro Urso ha incontrato il presidente di Confindustria per chiarire che il credito d’imposta sarà cumulabile con quello della Zes per il Mezzogiorno, prevedendo un ulteriore rafforzamento degli incentivi.

Un’altra novità riguarda la flat tax per gli straordinari degli infermieri, una misura che punta a valorizzare il loro impegno. Viene infine introdotta una norma che limita i tagli alla spesa per i consulenti esterni della Rai, lasciando invariata la situazione per i dipendenti interni.

La manovra, in questa fase finale, appare articolata e complessa, con provvedimenti che toccano diversi settori e suscitano reazioni contrastanti. Il governo punta a chiudere l’approvazione entro i tempi previsti, ma il dibattito politico resta acceso e le critiche dell’opposizione fanno presagire ulteriori scontri in Parlamento.

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