Una potenza di fuoco di 750 miliardi: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 già previsti, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino a 800mila euro. Il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi. Il rafforzamento del golden power, lo scudo per tutelare le aziende italiane da scalate ostili. Il rinvio all’autunno di elezioni regionali e comunali. La chiusura dei tribunali fino all’11 maggio. Le principali misure del “decreto liquidità” varato ieri dal governo.
Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte in diretta a reti unificate: “Con il decreto appena approvato diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. E’ una potenza di fuoco“. Quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera e che presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici“.
Il premier italiano Conte insieme con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il titolare del Mise, Stefano Patuanelli hanno dettagliato sulle misure derivanti dal provvedimento appena firmato.
Si tratta di un provvedimento “shock”, seguito da un altro decreto per salvare l’anno scolastico nel caso, non remoto, che le scuole restino chiuse anche dopo il 18 maggio. Niente esame di terza media, maturità telematica solo orale, nelle altre classi tutti promossi.
Il varo del decretone “shock” ha fatto emergere nodi all’interno della maggioranza di governo. Riguardano il tema della liquidità alle imprese. Sulle garanzie Italia viva, senza arrivare a porre veti, mantiene costante il suo pressing perchè siano per tutti al 100% – ma la normativa Ue lo consente fino a 800mila euro – in modo da velocizzare le pratiche in banca.
La tensione è palpabile quando si discute sul ruolo che avrà Sace nel prestare quelle garanzie. Gualtieri vorrebbe dare al ministero dell’Economia il potere di indirizzo su Sace, anche se la società continuerà a far capo a Cassa depositi e prestiti.
Il M5s si oppone e Luigi Di Maio pretende che alla Farnesina resti una competenza sul ruolo che Sace eserciterà nel sostegno all’export e alla internazionalizzazione delle imprese.
Il decreto sulla scuola, invece, passa l’esame del Consiglio dei Ministri in maniera agevole. Assunzione di 4500 professori per sostituire quelli andati in pensione in seguito a quota 100.
Il Consiglio dei Ministri è iniziato alle ore 12.00 ma è stato sospeso repentinamente per le tensioni sul decreto liquidità per poi riprendere alle ore 19.00. Il pomeriggio è servito per portare tutti gli attori a reazioni più miti e convergere ad una soluzione, per quanto possibile, condivisibile da tutti.
Nel tardo pomeriggio la svolta, dopo l’ennesimo vertice, l’intesa: la Farnesina conserva un ruolo e per il 2020 dovrebbero arrivare 50 miliardi di garanzie per l’export, più 200 miliardi nel 2021 per nuovi investimenti.
Quanto ai 200 miliardi di garanzie per permettere alle imprese di ottenere prestiti in banca, saranno vincolati agli obblighi di non licenziare e non trasferire la produzione all’estero. Le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni.
Arrivano fondi anche per il commissario Domenico Arcuri, per reperire mascherine e altri strumenti sanitari.
Rinvio scadenze fiscali
Dal rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi, agli sgravi al 50% per l’acquisto di mascherine. Dopo Pasqua arriverà poi un altro decreto da oltre 35 miliardi a sostegno a lavoratori e famiglie. Ma intanto, a partire dall’iniezione di liquidità, si ragiona di come far ripartire il motore economico del Paese.
La Fase 2
Oggi pomeriggio il premier Conte vedrà il comitato tecnico scientifico per iniziare a pensare alla fase 2, dopo il 13 aprile con graduali e parziali riaperture di attività.
La cabina di regia
Allo studio l’istituzione di una cabina di regia con all’interno enti locali e parti sociali, voluta dal Pd, ma poco gradita al M5s. In quella cabina di regia, mentre proseguono le tensioni tra Conte e il lombardo Attilio Fontana, potrebbe entrare il governatore del Veneto Luca Zaia.
La reazione delle opposizioni
Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia confermano lo scarso ascolto del governo e promettono di andare avanti con il loro emendamenti al decreto Cura Italia.