La bioraffineria di Venezia si prepara a non utilizzare più olio di palma per la produzione di biocarburanti. Nei giorni scorsi, infatti, Eni ha presentato la documentazione per la verifica di assoggettabilità a VIA della realizzazione di nuove unità che andranno a potenziare l’impianto di pretrattamento delle cariche biologiche avviato nel giugno 2018, e che ha consentito di trattare oli vegetali grezzi, oli alimentari vegetali esausti e grassi animali di scarto.
Attualmente gli impianti a Porto Marghera sono in grado di processare circa 7,5 tonnellate/ora di oli alimentari esausti e di grassi animali; con la realizzazione delle nuove linee di trattamento delle biomasse si arriverà a soddisfare l’intera capacità produttiva dell’impianto EcofiningTM con materie biologiche provenienti dalle filiere degli scarti e residui, ampliando il paniere delle cariche biologiche a quelle incentivate dalle norme europee e nazionali ed eliminando così definitivamente l’olio di palma dalla produzione di biocarburanti.
La bioraffineria Eni di Venezia dal 2014 produce HVO, olio vegetale idrogenato, che viene addizionato al gasolio per soddisfare i requisiti normativi europei e nazionali che prevedono che una quota crescente dei carburanti sia costituita da materie prime provenienti da fonti rinnovabili. Nel 2020, a fronte di una capacità autorizzata di 400mila tonnellate/anno, ha lavorato circa 220mila tonnellate di materie prime delle quali oltre il 25% erano costituite da oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e altri oli vegetali di scarto. Dal 2023 Eni non utilizzerà più olio di palma nei suoi processi produttivi.